Oggi usciamo dai confini di Verona e provincia per dedicarci a un tema di grande attualità, precisamente di geopolitica, per cercare di capire con un respiro internazionale quello che sta accadendo attorno a noi. Ci sono temi di cui continuiamo a sentir parlare e che ci vengono proposti a spizzichi e bocconi da giornali e televisioni in un momento di grande confusione sia politica che economica dopo l’elezione di Donald Trump alla guida degli Stati Uniti. Uno di questi temi è il destino della Groenlandia, terra contesa che fa parte della Danimarca che sborsa 550 milioni l’anno di aiuti e che Trump ha dichiarato sempre più nettamente che diventerà uno nuovo stato americano. Con la replica della prima ministra danese, Mette Frederiksen: “La Groenlandia è dei groenlandesi”. E la Groenlandia è al centro anche delle trattative tra Usa e Russia che dovrebbero essere dedicate alla pace in Ucraina. E la Groenlandia interessa anche alla Cina. Giacimenti minerari, grandi spazi, nuove rotte che si aprono per il disgelo e il cambiamento climatico, basi militari, aeroporti, terre rare: un Eldorado. Problemi che sembrano lontani ma in realtà ci toccano molto da vicino: riguardano anche l’Europa, la nostra economia, le sfere d’influenza, la possibile crescita economica anche della Ue. Ma davvero attorno a questa enorme isola si gioca il futuro nuovo ordine mondiale? Nel 2018 uscì un libro dal titolo: “Artico, la battaglia per il Grande Nord” che anticipava già tutto quello che sta accadendo oggi. E proprio di questo parliamo con l’autore, scrittore e giornalista: Marzio Mian, classe 1961, originario di Maniago (Pordenone) ma esploratore del mondo, inviato e autore di reportage in 58 Paesi. Ha fondato con altri l’organizzazione giornalista no profit The Artic Times Project che indaga sulle conseguenze del cambiamento climatico in Artico. Ha scritto per Neri Pozza oltre al libro sulla battaglia per il Grande Nord, “Guerra Bianca” e “Maledetta Sarajevo” con l’inviato del Corriere della Sera Francesco Battistini. Poi ha seguito Giuseppe Russo, storico presidente di Neri Pozza, alla Feltrinelli dove Russo ha creato la collana Gramma e per questa casa editrice ha scritto “Volga Blues, viaggio nel cuore della Russia” che ha già superato le 10 mila copie.
Marzio Mian, nel 2018 era già tutto chiaro: ora ci si sorprende per i proclami di Trump, la le mire sulla Groenlandia erano già partite da tempo no? E perché? “Sì, è vero, si sta avverando quanto previsto. E’ tutto molto evidente e rientra nella logica delle cose perché è da 10, 15 anni che nell’Artico stanno accadendo molte cose. E le conseguenze sono quelle che vediamo oggi. Del resto le ricchezze sono lì”.
Per esempio? “Giacimenti minerari, minerali preziosi, terre rare, opportunità di spazio e di nuove soluzioni per proseguire con l’ossessione della crescita continua. La Groenlandia è il Nuovo Mondo di oggi. Ed è parte viva delle trattative tra Usa e Russia sull’Ucraina. Uno dei temi sul tavolo è proprio la possibilità di sfruttare le terre rare della Groenlandia da dove, ricordiamolo, passano anche importantissime rotte navali”.
Occupata militarmente dagli Usa. Biden, senza tanti proclami, ha impedito i progetti minerari dei cinesi per le terre rare
Chi è già presente oggi in Groenlandia? “I russi non ci sono perché loro hanno già il 53% dell’Artico. I cinesi sono molto presenti, hanno aperto miniere e basi e hanno molti progetti. Ma il predecessore di Trump, Biden, li ha molto ridimensionati. Anzi li ha proprio cacciati”.
Ma molti scoprono la corsa verso questa terra solo ora per i proclami di Trump. E invece? “E invece Biden senza fare tanti proclami in due anni di politica molto muscolare e con pressioni pesanti sulla Danimarca ha impedito che venissero realizzati in groenlandia grandi progetti minerari dei cinesi per le terre rare. E l’ex presidente Usa ha bloccato la costruzione già prevista di tre aeroporti e altro ancora”.
La Groenlandia diventerà un paese satellite degli Usa? Il 51° Stato come dice Trump? “Non credo che diventerà il 51° Stato degli Usa. però sicuramente un paese associato in modo stretto agli americani. Gli Usa qui hanno già una enorme base militare e una sede diplomatica. Hanno già concesso agevolazioni per lo sfruttamento delle miniere ai loro miliardari come Bill Gates e Bezos che possono vantare dei diritti su queste terre del nord Ovest della Groenlandia”.
Quindi gli Usa sono già molto avanti rispetto a quanto dice oggi Trump… “Sono convinto che la Groenlandia finirà nell’orbita degli Stati Uniti che già hanno occupato militarmente questi territori nel dopoguerra installando qui la più grande base militare del Nord del mondo, dalla quale per esempio venne gestita la cattura di Saddam Hussein. se quindi si dovesse avviare il processo di indipendenza della Groenlandia dalla Danimarca, poi si troverà la formula per associarsi agli Stati Uniti. Del resto se la Danimarca passa alla Groenlandia 550 milioni l’anno, gli Usa sono in grado di versare miliardi e avrà gioco facile. per questo dico che questo territorio finirà nell’orbita degli Stati Uniti. Anche per un discorso di sicurezza…”
Vale a dire? “La Groenlandia è anche il terminale delle rotte navali artiche, da qui passano i sommergibili russi in acque internazionali, ci sono mille motivi perché gli Usa vogliano controllare quest’area che interessa moltissimo anche a Putin. Non a caso a Riad, dove sono i corso in colloqui tra Usa e Russia, c’erano due personaggi russi legati proprio ai problemi dell’Artico, problemi che riguardano Russia e Canada. E infatti Trump lancia chiari messaggi anche ai canadesi”.
La guerra dell’Artico che coinvolge Canada, Usa, Russia e Cina? “Nelle trattative per la tregua in Ucraina c’è anche il dossier dell’Artico. Le sanzioni che hanno fatto uscire dalla Russia le imprese occidentali hanno portato Putin all’abbraccio con la Cina per compensare queste perdite industriali. Gli Usa ora vogliono interrompere questa alleanza tra Russia e Cina e l’unico modo per farlo è far rientrare le aziende americane nell’Artico russo, in modo che Putin non abbia più necessità dei cinesi”.
E i 27 Paesi dell’Unione Europea restano a guardare? “Dopo aver sconfitto l’orso russo si dedicheranno a foche e trichechi”.
MB