Il 27 marzo del 2005 l’emittente americana ABC trasmette l’episodio pilota di un medical drama incentrato su un gruppo di giovani specializzandi in chirurgia presso un ospedale di Seattle. Chi l’avrebbe mai detto, allora, che quel primo capitolo tanto desiderato dalla sua creatrice Shonda Rhimes si sarebbe trasformato in una delle serie più longeve e importanti della serialità televisiva contemporanea?
Diciannove anni e 425 episodi dopo la sua prima messa in onda, Grey’s Anatomy non ha intenzione di mollare la presa; giovedì 25 aprile arriveranno su Disney + gli episodi della ventesima stagione, un traguardo che porta con sé nuovi casi clinici, nuovi personaggi e, soprattutto, un forte e temuto cambiamento nelle sale operatorie del Grey Sloan Memorial Hospital: il passaggio di Meredith Grey da protagonista assoluta a personaggio secondario.
La scelta di Pompeo di appendere il camice della dottoressa Grey in favore di nuovi progetti ha gettato benzina sul fuoco di una polemica divampante già da tempo: che senso ha portare avanti una serie tv per così tante stagioni? Non sarebbe meglio trovare un finale e lasciare spazio a nuovi format? A ogni tentativo di dissuasione, il Dr. Frankeinstein Shonda Rhimes difende il suo mostro televisivo a spada tratta. D’altronde, oltre ad essere ancora uno degli show più seguiti, “Grey’s Anatomy” è una serie che ha sempre saputo rinnovarsi per restare al passo con i tempi e mantenere il pubblico attaccato allo schermo.
Cos’è che, dopo quasi vent’anni – nella quale si annoverano due spin-off, alcune web series, un video-gioco e molto altro – rende questa serie ancora così magnetica? Se gli intrallazzi e i drammi romantico-sentimentali che si consumano sin dal primo giorno nei corridoi dell’ospedale sono sicuramente un incentivo sostanziale al successo del medical drama, va anche detto che, da sempre, la forza reale della serie sta nell’universalità dei temi trattati e dei casi clinici analizzati.
Nel corso degli anni, Grey’s Anatomy ha sfruttato il suo successo stravolgente (per alcuni episodi record si parla di 38 milioni di telespettatori solo negli Stati Uniti) per riflettere su e/o denunciare apertamente un’ampia gamma di problematiche sociali: dalla violenza contro le donne al razzismo, ma anche omofobia, violenza a mano armata, critiche al sistema sanitario americano, lesione dei diritti della persona e tanto altro. Innumerevoli, inoltre, i giovani che si sono lasciati ispirare dai loro dottori preferiti della serie e hanno deciso di perseguire una carriera medica, nonostante le procedure e le dinamiche ospedaliere che prendono vita sullo schermo siano, a volte, decisamente semplificate o inversimili.
Anche se la luce che faceva brillare Grey’s Anatomy si è affievolita parecchio nel corso degli anni (in particolare, dopo l’abbandono di Sandra Oh e Patrick Dempsey, leggendari nei ruoli della cardiochirurga Cristina Yang e del neurochirurgo Derek Shepherd), questa serie rimane ancora una delle più appassionanti sulla piazza: appuntamento a giovedì prossimo con il primo episodio della ventesima stagione.
Martina Bazzanella