La differenza la fanno le idee. Le sue, quelle di Ivan Juric, non sono mai banali. Anzi. Tutti a chiedersi chi giocherà tra Pazzini, Di Carmine e Stepinski e lui che t’inventa? Nesusno dei tre, please. Gioca Verre, falso nueve, 2perchè l’ho preparata così e ho pensato che col Genoa potesse funzionare”. Semplice, no’
La differenza la fa il carattere. Schietto, dritto allo scopo, sincero. Sarà per questo, che la squadra lo adora. Sarà per questo che chiunque giochi, lo fa bene, punto e basta. Sarà per questo che le (poche, in realtà…) avvisaglie di nubi all’orizzonte, le ha scacciate senza neanche accorgersene. Seplice, no?
La differenza la fa la mentalità. Il gioco, per il gioco, sempre e comunque. “Noi ce la dobbiamo giocare con tutti, semprre. Mai aver paura di proporre il nostro gioco, di essere noi stessi. Contro chiunque, senza paura”. Par di sentire Bagnoli, quando diceva “si va per vincere, sempre”. Su tutti i campi, Piero Fanna lo ricorda spesso.
La differenza la fa il coraggio. Il coraggio di osare, di proporre gioco, di lasciare libera la fantasia, il gusto di provarci. Il Verona di oggi è una splendida macchina da gioco, da gol. Una squadra che comunque vada, ha restituito alla gente il piacere di andare allo stadio, di accendere la TV. Mai sentiti tanti commenti positivi, come negli ultimi tempi. “Juric? Con gli uomini che ha, mostra il calcio più bello della serie A” ha scritto Gianni Mura, non proprio uno qualunque.
La differenza la fanno i sentimenti. Il Verona ha un’anima, un cuore, un’identità, un senso di appartenenza che danni non si vedevano. L’ultimo era stato il Verona di Mandorlini. Quando succede, poi può accadere di tutto. Quando succede, bisogna solo dire “grazie, Juric”…