Decine di segnalazioni per danni da tutta la provincia stanno arrivando a Confagricoltura e Cia-Agricoltori Italiani Verona in seguito alla grandinata di sabato. Dai vigneti in Valpolicella e sul lago ai seminativi nel Basso Veronese sono parecchie le colture colpite. Non si tratta di danni importanti, tranne qualche caso isolato; tuttavia, anche se di modesta entità, vanno in alcuni casi ad assommarsi a quelli dei nubifragi frequenti che si sono accaniti sul territorio veronese nell’arco dell’intera estate. “Le grandinate le abbiamo sempre subite e io stesso ne ricordo alcune, di trent’anni fa, molto più estese rispetto a quelle di oggi – sottolinea Paolo Ferrarese, presidente di Confagricoltura Verona -. La differenza è che oggi sono più localizzate ma molto più violente: trombe d’aria, nubifragi, grandine grossa come palline da tennis. L’agricoltore deve fare i conti con i cambiamenti, questo è del resto il suo rischio d’impresa. Le assicurazioni continueranno a stipulare polizze con gli agricoltori, ma cambieranno il metodo di calcolo per i pagamenti in base al coefficiente di rischio. E siccome le tabelle si basano sugli eventi meteo degli ultimi anni, le polizze saranno sempre più alte. E per l’agricoltore, che deve fare i conti con una redditività sempre più bassa, sarà un grosso problema. Ecco perché vanno pensati sistemi integrativi di difesa, quali possono essere i fondi mutualistici che anche Confagricoltura sta per mettere in campo. Si tratta di uno strumento previsto dal Piano di gestione dei rischi approvato al ministero delle Politiche agricole, che va a coprire eventuali perdite di reddito non solo per quanto riguarda le avversità atmosferiche, ma anche per le fitopatie o il crollo dei prezzi. Una parte del fondo è a carico dell’agricoltore e un’altra è a carico del pubblico. Il pagamento dei risarcimenti ai soci è previsto nel caso di perdite di produzione superiori al 30 per cento della media di tre o cinque anni. Uno strumento, quindi, che può essere complementare alle polizze assicurative, ma anche utilizzato singolarmente”. Aggiunge Andrea Lavagnoli, presidente di Cia – Agricoltori Italiani Verona: “Siamo in presenza di un cambiamento radicale negli eventi atmosferici sempre più concentrati sui territori e sempre più dannosi. Non a caso ogni volta che accade un fortunale il maltempo è a macchia di leopardo. Anche in questa occasione è stata colpita tutta la provincia: i danni più ingenti sono di tipo strutturale per la presenze di raffiche di vento e trombe d’aria. Oltre ai danni alle coltivazioni, ci sono quantità di danni strutturali che non abbiamo mai visto in passato: abbattimenti di impianti antigrandine, tunnel freddi divelti, capannoni scoperchiati”. Secondo Lavagnoli vanno messe in atto alcune misure di difesa per evitare perdite consistenti: “Sono pochissime le assicurazioni che sono in grado di dare garanzie assicurative, se non con franchigie estremamente alte o con premi molto alti, per quanto riguarda le strutture non fisse tipo tunnel freddi. Bisogna rivedere i parametri per il risarcimento danni, perché non si può coprire più solo la produzione, ma anche i danni strutturali che possono essere molto ingenti. C’è un aspetto positivo nella drammaticità degli eventi: essendo in campagna elettorale la politica presta finalmente un po’ di attenzione ai problemi del settore”.