Grandinate e Mosca Suzukii mettono fine alla cultura delle ciliegie

“Grandinate e Mosca Suzukii mettono fine alla cultura delle ciliegie. Coltivatori sfiduciati tolgono ciliegi e impiantiamo viti. Servono interventi urgenti”: queste le parole del consigliere della Regione Veneto, Stefano Valdegamberi diffuse tramite un comunicato.

Le grandinate e i danni alle ciliegie

Le grandinate degli ultimi giorni (e il maltempo che si è abbattuto su Tregnago) hanno messo fine alla produzione di ciliegie nelle alte colline dei comuni di Tregnago, San Mauro di Saline e Badia Calavena. Tra i pochi luoghi dove questa cultura è sopravvissuta alla monocoltura della vite.
Purtroppo, oltre al problema della Drosophila suzukii Matsumura (anche conosciuta come Mosca Suzukii o moscerino dei piccoli frutti), che fa marcire i frutti sulle piante nonostante costosi e poco efficaci trattamenti, è arrivata anche la grandine.
In molti non sono assicurati: i ritardi di anni nei rimborsi di Agea (agenzia per i pagamenti centralizzata) stanno scoraggiando sempre più agricoltori a ricorrere alle costose coperture assicurative. Alla grandine si aggiunge il danno per i ritardi e le inefficienze della burocrazia e la mancanza di una deroga per i trattamenti anti Suzukii , consentiti ai concorrenti turchi o spagnoli ma vietati in Italia, con il paradosso che sulle nostre tavole arrivano le loro ciliegie mentre le nostre marciscono sugli alberi.

Le richieste di Valdegamberi

Per questo chiedo all’Assessore regionale del Veneto all’Agricoltura che nei tavoli nazionali denunci i vergognosi ritardi e insista nel portare il sistema del parziale rimborso degli oneri assicurativi sugli eventi atmosferici in capo all’agenzia regionale Avepa, molto più efficiente di quella romana centralizzata Agea.
Chiedo inoltre, ai ministri della Salute e dell’Agricoltura che si conceda, come fanno altri Paesi concorrenti, di poter trattare in modo adeguato la piaga della Drosophila suzukii Matsumura.
Non possiamo consumare ciliegie concorrenti trattate con prodotti da noi vietati. Chi produce in agricoltura subisce il rischio di Mercato ma anche quello sulla Produzione. Questo va assicurato e i fondi comunitari devono essere rivolti prioritariamente a questo e non ad altre misure palliative, ideologiche e spesso inutili.
Non c’è agricoltura senza produzione agricola. Non è accettabile che servano anni per i rimborsi assicurativi: fatto che sfiducia gli agricoltori e li porta a rinunciare ad assicurarsi per gli elevati costi delle polizze. Se vogliamo salvare le ciliegie dall’estinzione, evitando il passaggio alla monocoltura della vite, vanno affrontati questi due problemi fondamentali. Diversamente nessuno venga a lamentarsi delle conseguenze.