Grande Torino e Gino Bartali – il diario di Raffaele Tomelleri

Già, niente accade mai per caso. Nemmeno che l’anniversario di due eventi che appartengono alla storia non solo sportiva di un Paese, avvenga in un momento come questo. Ieri il Grande Torino, la sciagura di Superga. Oggi il ricordo di Ginettaccio, scomparso vent’anni fa.
Due simboli di un’Italia che usciva dalla Guerra e che aveva voglia di tornare a sorridere. Di dimenticare. E allora si aggrappò al Grande Torino, la “squadra degli Invincibili”, per credere che un futuro non fosse impossibile. E allora si aggrappò alle pedalate di Gino Bartali e di Fausto Coppi, per pensare che il peggio fosse alle spalle e che saremmo presto tornati quelli di prima.
Quando lo sport va oltre i suoi stessi confini, quando diventa dimensione di vita, quando lo sport ha un’anima, sentimenti, umanità. Già, non dev’essere un caso che il destino ci ricordi uomini e storie che dispensano in egual misura brividi e malinconia, sorrisi e speranze. Oggi, come allora. Noi all’inseguimento di una speranza che ci faccia sorridere ancora. Uscivamo da una Guerra, allora. In fondo, è così anche oggi. Già, non dev’essere un caso. Grande Torino e Gino Bartali, per sempre assieme a noi.