Grande Teatro 2024/25: rinnovo abbonamenti dal 15 luglio Gli otto spettacoli in programma propongono il meglio della produzione 2024/25.

Dal 5 novembre al 30 marzo – per complessive quarantotto rappresentazioni – è in programma al Teatro Nuovo l’edizione 2024/2025 della rassegna Il Grande Teatro organizzata dal Comune di Verona in collaborazione col Teatro Stabile di Verona – Centro di Produzione Teatrale.

Possibilità di rinnovo abbonamenti a partire dal 15 luglio fino al 18 settembre, mentre per i nuovi la vendita avrà inizio dal 18 settembre.

Grande Teatro 2024/25: il programma

Gli otto spettacoli in programma per la rassegna Il Grande Teatro 2024/25 propongono il meglio della produzione: a prevalere i grandi classici, a partire da un doppio Goldoni con due titoli simbolo come “Arlecchino” e “La locandiera” e la presenza di tre straordinari autori del ‘900 – Eduardo De Filippo, Tennessee Williams e Neil Simon).
Sul fronte della drammaturgia contemporanea infine altri tre autori provenienti da continenti diversi: l’Europa (Pablo Renòn), gli Stati Uniti (David Mamet) e l’Asia (Ferzan Ozpetek), con opere che collocano le contraddizioni del presente in epoche anche molto distanti da noi, completando il concetto di “Nuovi Classici” che caratterizza il cartellone 24-25 del Nuovo.
Il Grande Teatro, nato nel 1986 per volontà dell’Assessorato alla Cultura per dare continuità alla programmazione teatrale cittadina, fino ad allora preminentemente estiva, nel corso degli anni ha fatto della nostra città una delle principali “piazze” italiane per gli allestimenti di qualità.

Il commento

“In un’epoca in cui la connessione virtuale sostituisce le relazioni umane, il teatro mantiene viva l’interazione autentica e l’immediatezza delle emozioni condivise dal vivo, promuovendo l’empatia e la riflessione – sottolinea l’assessora alla Cultura Marta Ugolini -.
Consapevoli quindi del valore non solo culturale ma anche sociale del teatro, presentiamo, con entusiasmo la nuova stagione autunnale del Comune di Verona, che come da tradizione andrà ad abitare il palcoscenico del Teatro Nuovo, rinnovando la collaborazione con Fondazione Atlantide – Teatro Stabile Verona. Un appuntamento amato e atteso. Quest’anno in cartellone otto titoli che porteranno in scena i grandi classici rivisitati in chiave contemporanea. Non mancherà il divertimento così come gli spunti di riflessione su tematiche attuali che riguardano la vita di tutti noi”.

Il Grande teatro 2024/25: tutti gli eventi

Ad inaugurare la rassegna di quest’anno, dal 5 al 10 novembre, CIARLATANI di Pablo Remón, esilarante commedia di cui sono interpreti interpreti Silvio Orlando, Francesca Botti, Francesco Brandi e Blu Yoshimi, regia di Remón. Una produzione il Cardellino in coproduzione con Spoleto Festival dei Due Mondi / Teatro di Roma – Teatro Nazionale.
Anna è un’attrice di teatro la cui carriera è in declino. Diego è un regista affermato di film commerciali. Entrambi rappresentano apparentemente i due estremi della professione artistica: il successo e il fallimento. Entrambi stanno attraversando una crisi personale e le loro storie sono collegate da una figura comune: il regista cult degli anni ’80 Eusebio Velasco, padre di Anna e maestro di Diego, scomparso e isolato dal mondo.
Ciarlatani è una commedia in cui solo quattro attori viaggiano attraverso decine di personaggi, spazi e tempi. Una satira sul mondo del teatro e dell’audiovisivo, ma anche una riflessione sul successo, sul fallimento e sui ruoli che ricopriamo, dentro e fuori la finzione” dice Remón che attingendo a una narrazione eminentemente teatrale, ma con un’aspirazione fittizia e cinematografica, dipana una pièce in capitoli con una struttura più vicina a un romanzo che al teatro.
La rassegna prosegue, dal 19 al 24 novembre con LA GRANDE MAGIA di Eduardo De Filippo, produzione del Teatro di Napoli- Teatro Bellini, con Natalino Balasso, Michele Di Mauro e cast in via di definizione e con la regia Gabriele Russo
La Grande Magia è un testo complesso, ha l’ampiezza e lo sguardo del gran teatro ed allo stesso tempo offre sfumature nere della nostra umanità, tratti psicologici addirittura espansi nella nostra società contemporanea rispetto al 1948, anno in cui La Grande Magia andò in scena per la prima volta suscitando reazioni controverse e per lo più negative, poiché il testo non fu capito ed apprezzato. Ciò che rende questa commedia ancor più vicina al nostro tempo è il sentimento ossessivo di Calogero Di Spelta, un uomo smarrito in un mondo che sembra altrettanto confuso. Un uomo che ha bisogno di aggrapparsi a certezze granitiche a costo di rinchiuderle simbolicamente in una scatola. E nella scatola è disposto a credere ci sia sua moglie pur di non dubitare, pur di non vedere, pur di averla sotto controllo.
Il terzo spettacolo in cartellone, LA LOCANDIERA di Carlo Goldoni, è in programma dal 17 al 22 dicembre. Prodotto dal Teatro Stabile dell’Umbria e diretto da Antonio Latella, lo spettacolo vede in scena Sonia Bergamasco, Marta Cortellazzo Wiel, Ludovico Fededegni, Giovanni Franzoni, Francesco Manetti,
Gabriele Pestilli, Marta Pizzigallo e Valentino Villa. Mirandolina, interpretata da Sonia Bergamasco, dirige la locanda ereditata dal padre insieme al fedele Fabrizio, cui è legata da una promessa di matrimonio fatta al padre prima che morisse. Nella sua locanda sue clienti, il Conte d’Albafiorita e il Marchese di Forlipopoli, entrambi innamorati di lei, si contendono le sue attenzioni, usando le armi che hanno a disposizione: i soldi uno e il titolo nobiliare l’altro. La donna però, riesce ad arginare con intelligenza e superiorità i corteggiamenti, consentendosi di tanto in tanto di ricavarne anche qualche piccolo dono. Di fronte alla misoginia del Cavaliere di Riprafatta, altro cliente della locanda, Mirandolina mette in atto un piano e riesce a farlo capitolare. Ma nuovi equivoci e inganni sono in arrivo. La quiete si stabilisce quando Mirandolina accetta di sposare Fabrizio, ma come in altre opere goldoniane la fine degli intrighi porta con sé un’ombra di malinconia.
La quarta opera in cartellone (la prima del 2024) è LO ZOO DI VETRO  capolavoro assoluto della drammaturgia americana firmata Tennessee Williams, con Mariangela D’Abbraccio, Gabriele Anagni, Elisabetta Mirra e Pavel Zelinskiy, regia Pier Luigi Pizzi, produzione Best Live / Teatro Stabile del Veneto – Teatro Nazionale. Siamo alla fine degli anni ‘30 del secolo scorso e la storia racconta le vicende della famiglia Wingfield composta dalla madre Amanda e dai suoi due figli, Tom e Laura, ragazza timida e claudicante. Abbandonata dal marito, Amanda deve affrontare le difficoltà, i timori e le ansie che le derivano dal desiderio di assicurare un futuro sereno ai suoi figli con un comportamento che oscilla tra il tenero e l’eccessivo. Laura, resa zoppa da una malattia e pertanto introversa e chiusa, è come intrappolata in un suo mondo di illusioni e passa tutto il suo tempo ad ascoltare vecchi dischi, leggere romanzi e soprattutto accudire una collezione di animaletti di vetro.
Tom lavora in una fabbrica di scarpe per mantenere Laura e Amanda, ma la vita noiosa e banale che conduce (nonché la morbosa presenza della madre) lo rende irascibile. Il ragazzo tenta senza successo di diventare un poeta, e cerca conforto recandosi al cinema a tutte le ore della notte per vivere delle avventure almeno con la fantasia. Questo scatena l’ansia di Amanda, che teme suo figlio sia un alcolizzato come il padre. Cambiano a volte i ruoli ed è una madre ad avere certe pretese ma non cambiano i desideri, ben diversi e non ricambiati.  Sogni, paure, sentimenti, rimorsi, oppressione, illusioni, è un testo che tocca l’anima e ci ricorda cosa significhi inseguire la propria vocazione.
La rassegna prosegue (dal 28 gennaio al 2 febbraio) con ARLECCHINO?, scritto e diretto da Marco Baliani con Andrea Pennacchi, Marco Artusi, Federica Girardello, Miguel Gobbo Diaz, Margherita Mannino, Valerio Mazzuccato e Anna Tringali. Musiche eseguite dal vivo da Giorgio Gobbo e Riccardo Nicolin produzione Gli Ipocriti Melina Balsamo in coproduzione con Teatro Stabile del Veneto – Teatro Nazionale.
L’Arlecchino che Andrea Pennacchi porta in scena farà forse sussultare i tanti Arlecchini che nel tempo hanno fatto grande questa maschera della commedia dell’arte. Lui cerca in tutti i modi di essere all’altezza del ruolo, ma non ne azzecca una, é goffo, sovrappeso, del tutto improbabile, ma è in buona compagnia: gli altri attori, che, come lui, sono stati assoldati, con misere paghe, dall’imprenditore Pantalone, sono, al pari di Arlecchino, debordanti, fuori orario, catastroficamente inadeguati. Eppure tutti questi sbandamenti, queste uscite di scena e fughe dal copione, che sono anche uscite nella contemporaneità dell’oggi, tutte queste parole affastellate, tutti questi gesti, stanno proprio rifacendo il miracolo della grande commedia goldoniana, in una forma non prevista, una commedia dirompente, straniante, che ricostruisce la tradizione dopo averla intelligentemente tradita.
Il sesto appuntamento del Grande Teatro è (dall’11 al 16 febbraio)  con  I RAGAZZI IRRESISTIBILI, di Neil Simon con Umberto Orsini, Franco Branciaroli, Flavio Francucci, Chiara Stoppa, Eros Pascale ed Emanuela Saccardi, regia Massimo Popolizio – Una produzione Teatro de Gli Incamminati / Compagnia Orsini / Teatro Biondo di Palermo. I due protagonisti della commedia sono due anziani attori di varietà che hanno lavorato in coppia per tutta la loro vita dando vita ad un duo diventato famoso come “I ragazzi irresistibili” e che, dopo essersi separati per insanabili incomprensioni, sono chiamati a riunirsi, undici anni dopo, in occasione di una trasmissione televisiva che li vuole insieme, per una sola sera, per celebrare la storia del glorioso varietà americano. In scena vediamo i due vecchi attori che, con le loro diverse personalità, cercano di ricucire quello strappo che li ha separati per tanti anni nel tentativo di ridare vita ad un numero comico che li ha resi famosi. Le incomprensioni antiche si ripresentano più radicate e questa difficile alchimia è il pretesto per un gioco di geniale comicità e di profonda melanconia.
In programma dall’11 al 16 marzo il penultimo appuntamento della rassegna è BOSTON MARRIAGE, di David Mamet, con Maria Paiato, Mariangela Granelli e Ludovica D’Auria, regia Giorgio Sangati. Una produzione Centro Teatrale Bresciano / Teatro Biondo di Palermo. Stati Uniti, fine Ottocento, un salotto, due dame e una cameriera. Tutto farebbe pensare a una trama convenzionale, un incontro tra amiche un po’ affettate, ma alla forma non corrisponde la sostanza: nella conversazione dal vocabolario ricercato fioccano volgarità e veniamo a sapere che le due dame sono state un tempo una coppia molto affiatata. Dopo la separazione, Anna, la protagonista e padrona di casa, ha trovato un uomo ricco che la mantiene e vorrebbe ora approfittare della protezione di lui per riprendere con sé Claire, appena arrivata in visita. Ma Claire non è lì per quello; è tornata per ben altri motivi e la riconquista si rivelerà molto più complicata del previsto, con colpi di scena rocamboleschi che coinvolgeranno anche la giovane cameriera, ritmando l’opera e donandole una facciata esilarante, quasi di farsa. È una prova per grandissime attrici, vere funambole della parola, come la straordinaria Maria Paiato e una intensa Mariangela Granelli insieme a Ludovica D’Auria.
A chiudere Il Grande Teatro (dal 25 al 30 marzo) è MAGNIFICA PRESENZA, uno spettacolo di Ferzan Ozpetek con Serra Yilmaz, Tosca D'Aquino, Federico Cesari, Toni Fornari, Luciano Scarpa, Tina Agrippino, Sara Bosi ed Erik Tonelli. Una produzione Nuovo Teatro diretta da Marco Balsamo in co produzione con Teatro della Toscana.
Ferzan Ozpetek torna a teatro con il nuovo adattamento scenico di uno dei suoi successi cinematografici, Magnifica presenza. Il regista, tra i più amati del nostro cinema, prosegue così il percorso inaugurato con Mine vaganti, e fa rivivere in teatro uno dei suoi film cult portando con sé in questa avventura una compagnia di attori esplosivi che saranno i grandi protagonisti di questa commedia tra illusione e realtà, sogno e verità, amore e cinismo, cinema, teatro e incanto.