Il Sindacato giornalisti Veneto ha voluto ricordare così il collega Antonio Spadaccino, caporedattore del Corriere del Veneto.
“Calciatore, cronista sportivo, redattore politico e caporedattore apprezzato, alle volte all’apparenza rude, ma sempre corretto. “Spada”, classe 1961, dopo una breve esperienza a Telearena come giornalista sportivo, ha cominciato a collaborare con Verona Sette alla fine degli anni Ottanta. In solo quattro anni, grazie soprattutto alla sua intelligenza e al suo fiuto, ha scalato tutte le posizioni diventandone direttore responsabile.
In tutta la sua carriera non ha mai dimenticato il calcio lavorando come corrispondente da Verona per TuttoSport sempre con passione e con grande competenza. Con la chiusura di Verona Sette, Antonio si è rimesso in gioco collaborando con l’Arena fino a diventare capo ufficio stampa del Comune di Verona.
Nel 2002 è stato uno dei fondatori del Corriere del Veneto. Anche nel gruppo Rcs ha scalato tutte le posizioni, diventando prima «grande capo» del Corriere di Verona e poi caporedattore del Corriere del Veneto, ruolo che ha ricoperto fino alla fine lavorando con passione e con il rispetto incondizionato dei colleghi anche quando la malattia non poteva più essere ignorata.
Colleghe e colleghi lo ricordano con affetto. Al di là della sua grande professionalità, riconosciuta da tutti, “Spada” resterà per sempre nella memoria per una dote rara e preziosa: il suo essere una persona per bene.
“Verona e il Veneto hanno perso una firma importante del giornalismo. Antonio Spadaccino è stato un uomo diretto e leale, e un giornalista mai banale. Dallo sport alla politica, ha raccontato i fatti degli ultimi quarant’anni con acume e profondità”. A dirlo il Consigliere regionale Alberto Bozza.