Dopo aver battuto all’ultimo respiro l’Empoli, il Verona farà visita domani alla Sampdoria, in uno degli anticipi della 14esima giornata. Ai piedi della Lanterna, nella stagione 1984/85, quella del memorabile scudetto tricolore, il Verona di Bagnoli conquistò un pareggio fondamentale per la conquista del titolo. Era domenica 31 marzo 1985 e andava in scena la giornata numero 24. Nei blucerchiati giocava Alessandro Renica, veronese d’origine, che con un gran gol su punizione fissò sull’1-1 il risultato finale, dopo il vantaggio gialloblù di Galderisi.
«Ricordo molto bene quella partita e quel gol – racconta l’ex difensore sampdoriano – e confesso che mi è un po’ dispiaciuto perché da bambino, essendo nato a Verona, il mio tifo era per l’Hellas. Poi, però, ho esultato perché avevo segnato un gol per la mia squadra. Quel Verona era veramente forte, allenato da un grande mister come Osvaldo Bagnoli, che meritò di vincere quel campionato”.
Nella sua lunga carriera, iniziata con la Primavera del Vicenza, il legame con i colori gialloblù è rimasto comunque intatto, e l’occasione tanto attesa è arrivata nella stagione 1991/1992, quando l’Hellas di Eugenio Fascetti, appena neopromosso in serie A, decise di affidarsi all’esperto difensore. «Fu, purtroppo, una stagione veramente sfortunata – commenta con comprensibile rammarico – eravamo una bella squadra e l’inizio fu positivo, tanto che navigavamo quasi in zona Europa. Purtroppo, pagammo oltremisura la mancanza di un attaccante di categoria in grado di fare gol». In quella stagione, l’arrivo di un campione del calibro di Dragan Stojkovic, che avrebbe dovuto rappresentare il vero valore aggiunto, in realtà non incise più di tanto in una stagione iniziata per lui con una lunga, e ingiusta, squalifica, e complicata successivamente da una serie di infortuni. In attacco, poi, il Club ripose la sua fiducia nel rumeno Florin Raducioiu che, purtroppo, visse un’annata disastrosa, dove sbagliò molti gol. «Ci sono anni in cui gli attaccanti attaccanti vedono la porta e altri dove la palla sembra non voler mai entrare – racconta – e in quel campionato a Raducioiu capitò proprio di sbagliare molti gol, alcuni in maniera incredibile. E il fatto di non avere un attaccante prolifico fu probabilmente il nostro difetto più grande. Un vero peccato». Nella sua carriera Renica ha anche indossato la maglia del Napoli di Diego Maradona, con la quale conquistò lo scudetto del 1986/87, il primo della storia del club partenopeo.
«Aver giocato con un campione come Diego lo considero la più grande fortuna che mi possa essere capitata. Per me lui è stato il più grande di tutti i tempi. Oltre che un grande calciatore, però, era anche una persona eccezionale. La sua è stata una grande perdita».