“Lotta, conquista, determinazione nella danza come nella vita’’, sono queste le parole usate dal marito di Cinzia Agostini, nota ed apprezzata insegnante di danza e coreografa mancata improvvisamente il 3 marzo dello scorso anno dopo una breve malattia, quando descrive ciò che la moglie ha trasmesso negli anni agli allievi della sua scuola di danza. “Era diventata un punto di riferimento per tutti-afferma Andrea- Era in grado di infondere l’arte della danza ed era dotata di un grande capacità di coinvolgimento e di stimolazione nel dare sempre il massimo e nel raggiungere gli obiettivi’’. Ad un anno di distanza dalla sua scomparsa la scuola di danza veronese Granbadò, fondata da Cinzia nel 2015, ha deciso di organizzare uno spettacolo di beneficienza per ricordarla che verrà messo in scena questa sera alle 21 al Teatro Alcione in Borgo Venezia. Lo spettacolo dal titolo “Gocce di memoria’’ vuole narrare momenti della storia professionale di Cinzia portando in scena nella prima parte sue coreografie, per passare poi ad una seconda parte nella quale si esibiranno ballerini professionisti che hanno collaborato con la coreografa durante la sua carriera. Il ricavato della serata, che ha ottenuto il patrocinio dell’USLL 9 Scaligera e dell’Associazione Danza Unita, sarà devoluto a favore dell’Assistenza Domiciliare Integrata di Verona. La storia di Cinzia come ballerina nasce fin dalla tenera età quando inizia a danzare nella scuola veronese “Sisina Augusta’’, nel corso del suo percorso artistico incontra molti professionisti e abbraccia diverse realtà legate al mondo della danza, come la scuola RBR Dance Company. La sua carriera decolla quando passa da essere solo una ballerina a diventare una vera e propria coreografa e insegnante di danza decidendo di fondare la scuola Granbadò nel 2015. Il finale dello spettacolo che andrà in scena questa sera porta sul palcoscenico del Teatro Alcione l’ultima coreografia ideata da Cinzia nell’estate del 2021 dal titolo “Danzare per credere’’. Una coreografia che pone la danza sullo stesso piano di una rinascita fisica e mentale, soprattutto dopo il periodo di restrizioni legate alla pandemia. Questa coreografia era stata portata in scena da 500 ballerini provenienti da circa 70 scuole di Verona e provincia, che fanno parte dell’Associazione Danza Unita. Un messaggio di vita che vuole sconfiggere tutti quei limiti e ostacoli che impediscono di crescere, credere e in senso metaforico di danzare.
Francesca Brunelli