Già, si rischia di passare per gli “ultimi romantici”, nella migliore delle ipotesi. Occhio, per molti, quel “romantici” può equivalere a “fessi”. No, romantici può essere, fessi no. In ogni caso, diciamolo chiaro e diciamolo forte: non se ne può più di questi “giri di valzer”, di questo “gioco a incastri”, dove deve vincere sempre e comunque la logica dei partiti, il gioco delle poltrone, la “politica di scambi”. Normale, dirà qualcuno, “ma dove vivete?”. Normale per niente, invece. E non viviamo sulla luna, ma in una città che vorremmo (a volte) diversa. Più libera. Più sincera. Più sciolta. Più vera. Dove le nomine avvengono per competenza, prima di tutto. Dove si cerca di volare alto e non di “razzolare in basso”. Dove sognare sia ancora possibile, nonostante tutto. Nonostante le “logiche di partito”. Le poltrone che vanno e vengono come ai tempi in cui si giocava a figurine. “Ti dò questa, mi manca quella, me la dai?”. “L’Agsm a te, Veronamercato a me e l’Amia a loro…”
Utopia, dite? Può essere. Eppure ci crediamo. Crediamo che sia possibile. Anzi, siamo sicuri che se fosse così, Verona sarebbe anche più bella. Vogliamo provarci?