Fino a un mese fa sembrava scontato che la ripresa del campionato di calcio, ma anche quella di altri sport come basket e pallavolo, avrebbe coinciso con la riapertura parziale degli stadi. E invece l’innalzamento del numero dei positivi al virus, seppur il dato dei ricoveri nelle terapie intensive sia ancora fortunatamente molto basso, potrebbe cambiare la prospettiva. A influire sulla decisione del governo italiano potrebbe essere anche la direzione presa dalla cancelliera Angela Merkel la quale ha annunciato che in Germania la chiusura degli impianti verrà prorogata fino alla fine dell’anno. Berlino potrebbe comunque ritornare sui propri passi se la pandemia dovesse arretrare. E però la Supercoppa Europea del 24 settembre tra Bayern Monaco e Siviglia (si giocherà a Budapest, in Ungheria) avrà il 30% degli spettatori. Ieri il ministro dello Sport Vincenzo Spadafora ha affrontato la questione in videoconferenza coi capigruppo di maggioranza. Il prossimo appuntamento è fissato per il 3 settembre. La serie A dovrebbe cominciare il 19, ma non è escluso che la prima giornata venga rinviata al 26 per avere più tempo per decidere. Il condizionale è d’obbligo. In generale pare esserci la volontà, per ora affidata ai presidenti delle Regioni, di tornare alla normalità. «Porremo le basi per consentire a breve di riaprire le strutture sportive e fare in modo che tutti gli appassionati possano ricominciare a frequentate gli stadi», ha detto destando più di qualche perplessità il governatore della Lombardia, Attilio Fontana, alla presentazione del prossimo Gran Premio di Monza. Fontana ne sta discutendo col Comitato tecnico-scientifico. Nel frattempo gli organizzatori del Gp sono costretti a rimborsare i 33 mila biglietti acquistati prima dell’8 marzo, ossia dell’inizio del lockdown, ma da San Siro a tutti gli impianti meno noti, l’idea è quella di una riapertura graduale. Come già avvenuto in altre Regioni: il basket è ripartito con la Supercoppa e con Olimpia-Cantù ma senza tifosi, l’Emilia ha già annunciato che gli incontri sportivi nel territorio regionale avranno pubblico per il 25% della capienza. Numeri contati, certo, ma per il presidente del Coni, Giovanni Malagò, «è normale che tutti i governatori delle Regioni abbiano formidabili pressioni da parte dei soggetti che devono organizzare eventi sportivi, in particolare quelli che ruotano attorno ai campionati di una certa importanza. Senza entrare nelle percentuali, chi al 5%, chi al 10%, chi al 30% – ha aggiunto Malagò – rispettando regole e protocolli, è chiaro che tutti hanno interesse. Altrimenti salta il banco, perché viene meno non solo lo spirito della competizione ma anche il minimo che consente a queste società di avere introiti su cui fare affidamento». Nel frattempo gli organizzatori del Tour hanno annunciato che i 1.750 tifosi ammessi alla presentazione dei team sono stati ridotti a mille: la regione di Nizza è stata infatti dichiarata dal governo francese “zona rossa” per l’alto tasso di circolazione del virus. Tutto è ancora in alto mare. In balìa degli eventi.
Home La Cronaca di Verona Gli stadi riaprono? Porte aperte, chiuse, o semi-aperte: le diverse ipotesi