Le produzioni agroalimentari veronesi a rischio con la quarantena imposta dalla Romania ai suoi cittadini provenienti dal Veneto dove rappresentano la comunità straniera più numerosa nei campi. La misura restrittiva della quarantena per 14 giorni imposta dal ministero della Sanità di Bucarest riguarda le persone che arrivano via terra in Romania dal Veneto e dalla Lombardia o quelle che hanno viaggiato in aereo nelle ultime due settimane. Una decisione che ha provocato le disdette degli impegni di lavoro da parte dei cittadini rumeni in Italia proprio alla vigilia della primavera con la ripresa dell’attività nei campi con il rischio concreto della perdita dei raccolti nazionali. In particolare, nella provincia veronese il problema riguarda la raccolta già iniziata degli asparagi e quella prossima delle fragole. La comunità di lavoratori agricoli più presente nella provincia è proprio quella rumena con il 42% degli occupati, davanti a marocchini (12%) e indiani (9%), che precedono polacchi (8%) e moldavi (6,5%) a seguire le altre nazionalità, secondo l’elaborazione di Coldiretti Verona. “Occorre un intervento sul piano nazionale e comunitario per evitare che vengano poste ingiustificate barriere alla circolazione dei lavoratori e delle merci con decisioni estemporanee delle autorità di Paesi comunitari e non che generano grande insicurezza ma anche danni economici ed occupazionali” ha affermato il presidente della Coldiretti di Verona Daniele Salvagno nel sottolineare che “l’emergenza coronavirus sta purtroppo impattando in modo sostanziale sulle attività delle imprese.”