“Sono circa 10.000 i lavoratori irregolari nel Veneto nel settore agricolo, 5.000 dei quali nella sola provincia di Verona. L’articolo 103 del Decreto Rilancio consente di regolarizzarli, con importanti vantaggi per le imprese stesse. Il Veneto ha bisogno di questo strumento, non solo per la condizione di colf e badanti, ma per molte realtà del lavoro, a partire dall’agricoltura. Non si possono ancora lasciare queste persone senza diritti e senza dignità”. Così Andrea Gambillara, segretario generale Flai Cgil Veneto, e Mariapia Mazzasette, segretaria generale Flai Cgil Verona. “L’agricoltura veneta è stata oggetto di analisi e studi scientifici da parte di soggetti terzi, che raccolgono dati inconfutabili. Istituti ed enti quali Istat, Inps, Inea, Veneto Lavoro ed altri, dimostrano come l’irregolarità contrattuale nell’agricoltura veneta si attesti da un minimo del 16% a valori maggiori inseguendo la media nazionale, purtroppo ancora più alta. Stiamo perciò parlando di una platea veneta di circa 10.000 lavoratori irregolari per la sola agricoltura, di cui ben 5.000 nella sola provincia scaligera dove i lavoratori ufficiali del settore agricolo sono circa 30.000 unità. Le stime vengono confermate anche dai rapporti annuali sull’attività di vigilanza elaborati dagli Ispettorati Territoriali del Lavoro. Un’agricoltura responsabile che guarda al futuro non può considerare positiva e perpetuabile questa condizione” continuano Gambillara e Mazzasette. La presentazione delle istanze di emersione è attiva dal 1 giugno ma, ad oggi, ancora manca il decreto attuativo necessario a completare le tre possibilità previste per l’emersione e la regolarizzazione.