L’ apertura serale vale l’80% del fatturato di ristoranti, pizzerie e oltre 400 agriturismi veronesi provati dalla chiusura forzata che ha travolto a valanga interi settori dell’agroalimentare regionale che vale un fatturato di oltre 7miliardi di euro. E’ quanto afferma Coldiretti Verona nel commentare favorevolmente il nuovo decreto del Governo per le riaperture a partire dal 26 aprile.
L’apertura delle attività salva le aziende agrituristiche veronesi che possono contare su ampie aree all’esterno per assicurare il necessario distanziamento a tavola. Coldiretti Verona ricorda che la misura è attesa da molti operatori agrituristici dopo i vari stop and go dall’inizio della pandemia che hanno tagliato i redditi degli operatori con perdite di fatturato incalcolabili. Ma la riapertura degli agriturismi è attesa anche dai veronesi che, secondo un’indagine promossa da Coldiretti Verona e coordinata da Debora Viviani, ricercatrice del Dipartimento di Scienze Umane dell’Università di Verona, a fine 2020 su 1000 famiglie residenti nel Comune di Verona, hanno fiducia nelle regole anti-contagio. “Il 91,4% degli intervistati – precisa Debora Viviani – apprezza gli agriturismi e si sente al sicuro per la presenza dei tavoli all’esterno, l’88,7% per il distanziamento delle tavole e il 90,4% per l’uso della mascherina. Infine, il 42,5% non crede che le regole anti-contagio abbiano tolto naturalità/semplicità all’agriturismo”.
Gli agriturismi, infatti, spesso situati in zone isolate in strutture familiari con ampi spazi all’aperto e numeri contenuti di posti a tavola e posti letto, sono forse – sottolinea la Coldiretti – i luoghi più sicuri dove è più facile garantire il rispetto delle misure di sicurezza per difendersi dal contagio fuori dalle mura domestiche. “L’agriturismo svolge un ruolo centrale per la vacanza Made in Italy perché contribuisce in modo determinante al turismo di prossimità nelle campagne italiane per garantire il rispetto delle distanze sociali ed evitare l’affollamento” sottolinea Stefano Chiavegato, presidente di Terranostra Verona nel precisare che “nelle campagne italiane le distanze si misurano in ettari e non in metri”.
La ripresa delle attività di ristoranti, bar e agriturismi, che riguarda un locale su due – sottolinea Coldiretti – ha un impatto rilevante dal punto di vista economico anche per il settore vitivinicolo poiché interessa soprattutto i prodotti a maggior valore aggiunto come i 526 vini a denominazioni di origine e indicazione geografica, che rappresentano il 70% della produzione nazionale e che sono stati proprio i più penalizzati dalla pandemia.