E’ stato presentato questa mattina il nuovo allestimento alla Casa di Giulietta che ora ruota attorno alla nuova acquisizione dei Musei Civici di Verona: il dipinto di Cosroe Dusi, Giulietta e Romeo, restituito al pubblico dopo quasi 200 anni dalla sua unica apparizione. Un’acquisizione per la quale il Comune avrebbe speso 90 mila euro: il dipinto, di grandi dimensioni e opera del pittore veneziano, raffigura l’incontro notturno dei due amanti, Romeo e Giulietta, nella dimora della giovane Capuleti.
A lungo ritenuto disperso e solo recentemente rintracciato, il dipinto è stato acquistato nell’ambito di un progetto di riallestimento della Casa di Giulietta, dove sarà esposto in via permanente, andando ad arricchire il percorso di visita del complesso museale. Una acquisizione che come vedremo si porta dietro una polemica politica sui costi.
“La casa di Giulietta, in via Cappello, costituisce un esempio straordinario di casa museo, allestita da Antonio Avena in stile neomedioevale sull’onda della crescente popolarità del mito”, spiega l’assessora alla Cultura Marta Ugolini.” Anche Avena interpreta il luogo come una quinta teatrale su cui si svolge la vicenda dei due giovani. La casa di Giulietta, a due passi dal Teatro Nuovo, è quindi il luogo ideale per accogliere l’opera di Cosroe Dusi, che di nuovo propone una lettura teatrale della scena dell’incontro, dai due protagonisti alla ribalta al gioco scenografico delle luci che le illuminano. Ci auguriamo che i visitatori riescano a cogliere questo particolare sapore, melodrammatico e plateale, nel quadro di Dusi e nel contesto che lo circonda”.
“Il grande dipinto a olio su tela di Dusi si presenta ottimamente conservato all’interno di una pregiata cornice dorata originale di manifattura milanese – continua la direttrice Francesca Rossi –. L’opera fu realizzata per l’Esposizione di Belle Arti di Venezia del 1838. L’eleganza della pittura proviene da una sapiente combinazione di artifici compositivi e tecnici che dimostrano un’interpretazione melodrammatica molto personale del magistero di Francesco Hayez in voga all’epoca. L’articolazione scenografica dello spazio architettonico, lo sfoggio dei colori, gli effetti luministici e degli abiti che indossano i due personaggi, l’espressione intensa del loro saluto amoroso struggente, la finezza del disegno, sono tutti elementi che esaltano il fascino e la qualità stilistica del dipinto.
Il soggetto riflette anche il preciso momento in cui la vicenda dei due giovani innamorati vide la sua prima, grande fioritura e alimentò in tutta Europa la conoscenza e la fama dei luoghi veronesi di Romeo e Giulietta, a partire dalla Tomba e dalla Casa di Giulietta. A date così precoci, sono davvero molto rare le opere pittoriche dedicate al soggetto.
L’opera di Dusi con Romeo e Giulietta
Questa acquisizione aggiunge quindi un tassello cruciale per la conoscenza della prima stagione della diffusione nell’arte figurativa del tema shakespeariano. Per questo siamo particolarmente orgogliosi che sia entrata nel percorso di visita della Casa-Museo.
In Italia si avrà poi un picco di interesse tra gli artisti del secondo Ottocento e primo Novecento, in parallelo alla fortuna all’estero, in particolare nella pittura inglese e tedesca. L’opera viene ora esposta nella cosiddetta “Sala da Ballo” in dialogo con i costumi di scena di Danilo Donati per il celebre film di Zeffirelli del 1968 e con l’opera a pastelli colorati di Pietro Roi, Giulietta, donata ai Musei Civici dal generoso gesto di Giuseppe Manni, animato dal desiderio di vedere nella Casa-Museo dei capisaldi rappresentativi del mito dei due amanti nell’arte”.
GIULIETTA E ROMEO DI COSROE DUSI. Il dipinto, di grandi dimensioni – olio su tela, cm 218 x 164 – e in perfetto stato conservativo, raffigura Romeo che abbraccia Giulietta rivolgendole un tenero sguardo nello spazio intimo di un balcone o di un loggiato. Spiccano l’espressività dolente dei due innamorati e la preziosità del loro abbigliamento, che passa dal rosso acceso per la veste di Romeo al bianco per quello di Giulietta, simbolicamente polarizzati tra purezza e passione. L’opera ben si colloca nella maturità artistica di Cosroe Dusi, che proprio in quegli anni andava allargando i suoi orizzonti artistici alla pittura di storia di stampo romantico, aggiornando il suo stile in direzione dell’esperienza di Francesco Hayez. Dopo un soggiorno a Monaco, dove aveva ottenuto un certo successo come autore di ritratti, Dusi tornò in patria dove, nel 1838, si tenne una mostra presso le sale dell’Accademia di Venezia per celebrare la visita dell’imperatore d’Austria Ferdinando I.
Qui Dusi espose ben sette opere, tra cui Giulietta e Romeo, che aveva eseguito su commissione del conte Francesco Gualdo di Vicenza, come confermano i documenti, conservati alla Biblioteca Bertoliana di Vicenza, che attestano il pagamento dell’opera e la provenienza da Milano della splendida cornice in foglia d’oro che ancora impreziosisce il dipinto. Non sono al momento note le sorti successive della tela, probabilmente entrata a far parte della collezione del conte vicentino, esponente di una delle più nobili famiglie della città, e quindi passato con ogni probabilità sul mercato antiquario, in seguito alla vendita della collezione dopo la metà dell’Ottocento.
Il quadro, riscoperto dal professor Sergio Marinelli e studiato anche da Elena Lissoni e Fernando Mazzocca, rientra a Verona dopo il prestito per la mostra, tenutasi all’Accademia Carrara di Bergamo tra le iniziative della città Capitale della Cultura 2023.
Ma sul percorso che ha portato a decidere l’acquisizione per 81 mila euro più altri 9 mila per una statua, è già scoppiato lo scontro politico che dovrebbe sfociare in un accesso agli atti e a un esposto alla Corte dei Conti.
“Ma chi ha deciso acquisto e valore?”
INTERROGAZIONE. Dopo la domanda di attualità in aula e la risposta dell’Assessore Ugolini, Patrizia Bisinella (Fare!) torna sulla questione del quadro che il Comune di Verona ha voluto acquistare per abbellire la Casa di Giulietta presentando una interrogazione.
E’ già stato fatto un accesso agli atti e potrebbe partire un esposto alla Corte dei contgi per capire chi ha deciso questo acquisto, come è avvenuto e se ci siano tutti i documenti comprovanti l’autentico valore di questa opera, al fine di capirne l’effettiva valutazione sul mercato.
“Ascoltando le risposte dell’assessore – spiega la consigliera – e leggendo la determina di acquisto, che risale a novembre 2022, scopriamo come l’Amministrazione abbia scelto di spendere ben 90mila euro di soldi pubblici per l’acquisto della tela di Cosroe Dusi, autore pressochè sconosciuto a livello mondiale, e di un’ulteriore opera, una statua in marmo raffigurante un Giovane Marinaio in Uniforme del Fraccaroli, acquisto del quale sinceramente non si percepiva assolutamente il bisogno. Se si chiede a 100 veronesi se conoscono questo pittore otterremo la conferma che è un perfetto sconosciuto. Tale scelta, portata avanti dalla Dirigente Francesca Rossi, risulta a mio avviso poco coerente con le norme sulla trasparenza e senza alcuna utilità”.
“Chi mai verrà appositamente a visitare la Casa di Giulietta per vedere questo dipinto? Non si comprende il senso di voler acquisire due opere di importanza secondaria nel panorama artistico italiano da parte di un gallerista privato di Verona, quando la nostra città detiene valori ben più rilevanti spesso dimenticati tra uffici pubblici e magazzini comunali”.
La Casa di Giulietta è uno dei siti turistici più visitati al mondo, la scelta di usare il denaro pubblico per queste due opere appare quindi oltremodo bizzarra e poco aderente alla realtà, solo il quadro è costato più di 81mila euro e i 9mila euro spesi in aggiunta per la statua, considerato che si parla di un’opera di poco più di 150 anni fa, sono completamente ingiustificabili. Verona – spiega Bisinella – ha ben tante altre emergenze rispetto all’arricchimento di un patrimonio culturale già immenso e spesso mal gestito: basti guardare le voragini nelle strade create da due soli giorni di pioggia, oppure la condizione in cui versano buona parte delle scuole comunali o dei parchi pubblici, il degrado generalizzato..”