Giubileo 2025 e Giornata mondiale del malato a Borgo Trento La cappella del Polo Confortini è chiesa Giubilare. Aoui e Ulss 9 insieme accanto a chi soffre

In occasione della “Giornata mondiale del malato”, il vescovo di Verona monsignor Domenico Pompili ha officiato la cerimonia alla chiesa Giubilare di Borgo Trento. L’apertura della porta è stata seguita da una breve preghiera a cui ha partecipato il personale di Aoui Verona e dell’Ulss 9 Scaligera per il “Giubileo della Sanità veronese”.     

Per la durata dell’anno Giubilare 2025 fino al 28 dicembre, la Diocesi di Verona ha designato alcuni luoghi sacri in cui i fedeli potranno conseguire i benefici spirituali legati all’indulgenza giubilare. Tra questi, il Vescovo Domenico Pompili ha inserito anche le Cappellanie del Polo Chirurgico Confortini e del Policlinico G.B. Rossi di Borgo Roma.

Al “Giubileo della Sanità veronese” erano presenti: mons. Domenico Pompili, Vescovo di Verona; Callisto Marco Bravi, direttore generale AOUI Verona; Patrizia Benini, direttore generale ULSS 9 Scaligera; Pier Francesco Nocini, Magnifico Rettore Università di Verona; Matilde Carlucci, direttore sanitario Aoui Verona; Vicenzo Reggio, comandante della Stazione dei Carabinieri di Parona; rappresentanti del personale sanitario Aoui e Ulss 9; don Flavio Bertoldi, responsabile Pastorale della Salute; i sacerdoti di Borgo Trento e Borgo Roma: padre Pierpaolo Valli, padre Paolo Gurini, padre Leonardo Fuoco, il cappellano Hervè, don Piergiorgio Rizzini e don Gianni Naletto. 

“Aprite la porta della Giustizia. E’ questa la porta del Signore per ottenere misericordia e perdono”, con queste parole monsignor Pompili ha aperto la porta santa della cappella davanti al folto gruppo di operatori delle due istituzioni sanitarie. Don Valli ha letto un brano del Vangelo, seguito dalla lettura della preghiera per i malati e dal canto “Santa Maria del Cammino”.  L’Anno Santo, segnato dal motto “Pellegrini di speranza”, diventa così un’occasione per ricevere il dono dell’indulgenza anche nei luoghi di cura, dove la sofferenza si trasforma in un’esperienza di carità e di pellegrinaggio interiore.