“Giù le mani dalle aziende. Le fabbriche insieme ai lavoratori sono la spina dorsale del nostro Paese. Nel rispetto della salute di tutti, con grande senso di responsabilità, dobbiamo continuare a produrre per consentire all’Italia di superare questo momento difficile”. E’ la chiara posizione espressa da Michele Bauli, presidente di Confindustria Verona in riferimento all’ipotesi di una limitazione dell’attività delle imprese per fronteggiare l’emergenza Coronavirus. Chiudere le fabbriche’, ha detto Bauli, “significa uccidere la nostra economia e non riuscire a garantire i beni di prima necessità. Neppure tutti quei beni che servono al normale svolgimento della nostra vita. Il sistema produttivo è una filiera lunghissima che non si può interrompere. Come distinguere l’importanza di un’azienda da un’altra? Un’autoambulanza non cammina se non ha una batteria di ricambio; non si riforniscono gli ospedali di ossigeno o di medicinali se non li si producono. Chi produce letti, molle per i letti, lenzuoli, cibo, ricambi per le macchine che producono cibo svolge un ruolo nella catena produttiva. Aziende a ciclo continuo non si possono mai fermare. E poi, chiudere un’azienda può voler dire perdere un mercato per sempre e, quindi, chiuderla definitivamente: una strada senza ritorno e un danno anche per i lavoratori. Le aziende hanno adottato misure a tutela dei propri lavoratori prima delle restrizioni del Governo e questo perché l’azienda è prima di tutto una realtà sociale che tutela se stessa nella sua interezza fatta, prima di tutto di persone. Con spirito democratico e rispetto dei diritti alla salute dei cittadini vogliamo affrontare questo momento, senza imposizioni che vadano al di la del ragionevole e opportuno. Per questo, ci opporremo a qualsiasi limitazione alle attività d’impresa che in queste ore sono state paventate. Lo faremo per noi e per i nostri lavoratori. Continueremo ad assumere tutte le più drastiche misure di sicurezza per garantire che non ci siano contagi all’interno delle aziende, ma dobbiamo continuare a lavorare”.