Giù le mani dagli aeroporti veronesi L’altolà arriva dal presidente di Save Enrico Marchi, che controlla il polo aeroportuale del Nordest. Ha fatto molto rumore infatti la presa di posizione dei bergamaschi con Sacbo e dei bresciani per lanciare l’assalto verso Montichiari

Giù le mani dagli aeroporti veronesi, Catullo e Montichiari. L’altolà arriva dal presidente di Save, Enrico Marchi, che controlla il Polo aeroportuale del Nordest comprendente Venezia e Treviso oltre ai nostri due scali che costituiscono il sistema del Garda. Ha fatto molto rumore infatti in questi giorni la presa di posizione nata da dei bergamaschi con Sacbo e dei bresciani di aprire una traiettoria d’assalto verso Montichiari, aeroporto ex militare, entrato nell’orbita del Catullo durante la presidenza di Massimo Ferro, votato ai voli cargo. Uno scalo voluto in origine proprio dagli industriali lombardi per portare all’estero le proprie merci preziose (tipo Beretta, per intenderci) e per questo dotato di magazzini ad alta sicurezza, veri e propri caveau. Ma il valore aggiunto di questo scalo è anche urbanistico: attorno ci sono ampie possibilità di espansione, sia per lo stesso aeroporto, sia per servizi accessori, dagli hotel ai capannoni. In particolare la Camera di commercio di Brescia Abem guidata dal presidente Pasini vorrebbero muovere le truppe e le risorse verso Montichiari, chiedendo innanzi tutto a Save di poter collaborare per i cargo. Ma i rapporti non sono idilliaci, visti i trascorsi. Infatti Save ha diffuso una nota molto precisa: “Leggiamo con stupore quanto affermato da ABEM spa e dalla Camera di Commercio di Brescia circa una formale lettera di ‘intenzioni’ relative all’aeroporto di Montichiari, a cui non sarebbe stata data risposta da parte del Gruppo Save”. Ma tutto questo non sarebbe pervenuto. “L’ultimo scambio di corrispondenza è stato avviato dall’Aeroporto Catullo spa nei confronti di ABEM spa durante il periodo estivo, -prosegue la nota – in relazione all’effetto confusorio nei confronti del mercato, generato dall’utilizzo dell’oggetto sociale e del nome della società, acronimo di Aeroporto Brescia E Montichiari, peraltro oggi inattiva. Resta inoltre ancora in sospeso la disponibilità ad un incontro, richiesta formalmente il 23 ottobre scorso dal Presidente della Catullo, che aveva indicato ad ABEM due possibili date. Al momento tale incontro non si è concretizzato”. Quindi, in sostanza, il tono è: di che cosa stiamo parlando? Ma come si diceva ci sono stati dei trascorsi con i lombardi che non hanno portato frutti. “Ricordiamo che le attività svolte tra il 2015 e il 2019, volte ad individuare il percorso per la possibile acquisizione da parte di ABEM spa di una quota di minoranza di una newco destinata alla gestione dell’aeroporto di Montichiari, sono state concordemente abbandonate a fronte del mancato ottenimento delle autorizzazioni da parte degli Enti competenti”, si legge ancora nella nota ufficiale di Save. Tuttavia “la Catullo spa ad ottobre 2021, al fine di consentire l’ingresso nella governance dell’aeroporto di Montichiari, ha nominato come componenti del Consiglio di Amministrazione, tutt’ora in carica, di GDA Handling spa (gestore dell’attività operativa dello scalo), il Presidente di ABEM Giuseppe Pasini e l’allora vicepresidente della Provincia di Brescia Guido Galperti. Siamo pertanto ancora più stupiti delle affermazioni” che arrivano quindi da Brescia.

Orio al Serio non sa più dove crescere e così Marchi, il presidente di Save, rilancia

Ma a dare il via a questa nuova giostra di dichiarazioni, proclami, intenti, sono state le parole del presidente Sacbo, Giovanni Sanga, che presiede il Cda dell’aeroporto di Orio al Serio: e pronunciate davanti agli industriali di Bergamo e Brescia in occasione dell’assemblea congiunta delle due Confindustrie: «Il futuro, mi auguro molto prossimo, ci porta lì». E l’obiettivo sarebbe proprio la pista dell’aeroporto di Montichiari che però fa parte della galassia di Save ed è incardinato nel Catullo. E’ vero che Montichiari ha sempre rappresentato un buco di bilancio per la Catullo Spa ma è anche vero che proprio negli ultimi anni il rilancio cargo è stato importante e ha visto lo scalo salire nelle classifiche. Il punto è che Orio al Serio non sa più dove crescere, stretto tra l’autostrada A4 e la città di Bergamo. Quindi vorrebbe distribuire il traffico aereo su un altro scalo, appunto Montichiari. E di fronte a questa offensiva il presidente di Save Enrico Marchi, com’è suo costume, ribatte con un rilancio. “Entriamo noi a Bergamo: bisogna mettere le cose nella giusta prospettiva – ha voluto ribadire Marchi -. Le esternazioni fatte dal presidente Sacbo all’assemblea di Confindustria – ha detto il presidente in una recente intervista – mi sono sembrate esternazioni estemporanee e irrituali, quasi provocatorie”. E come una provocazione è stata interpretata l’iniziativa di Orio al Serio di organizzare un pullman navetta che parte da Verona diretto all’aeroporto bergamasco. “Se il modo di cercare sinergie è quello di cercare di portare via i passeggeri da Verona con un autobus diretto a Bergamo allora mi sembra che non sia il modo migliore per agevolare i contatti” ha chiosato Marchi. Che rivela: “Un dialogo c’è stato qualche mese fa: ci siamo incontrati e davanti ai giri di parole del presidente Sacbo ho subito messo in chiaro che noi non abbiamo nessuna intenzione di vendere o ridurre la nostra presenza su Brescia. Quindi se vogliamo parlare di integrazione noi siamo disponibili a ragionare su un possibile investimento come Save nell’azionariato di Sacbo. Questo sarebbe un modo per integrarsi visto che non abbiamo intenzione di scendere nell’aeroporto di Brescia. Siamo pronti quindi ad investire a Bergamo consapevoli che ha avuto un grande successo basato su un unico cliente che ha l’85% del traffico (Ryanair). Il ragionamento fatto mi è sembrato essere campanilistico, un poco provinciale e poco professionale». Quindi, avanti con il cargo a Montichiari che è arrivato ad essere il quinto scalo cargo d’Italia, con un incremento del 39% dal 2019 con un investimento di 20 milioni per i nuovi magazzini. E a chi fa notare che il Veneto gestisce un aeroporto che si trova in Lombardia, per cui il piano nazionale degli aeroporti dovrebbe modificare la situazione, da Save ricordano che la società presieduta da Marchi gestisce anche l’aeroporto di Charleroi in Belgio. E mica è Veneto… MB