Presentato dagli assessori Jacopo Buffolo, Stefania Zivelonghi e Luisa Ceni l’innovativo progetto dei Servizi sociali per avvicinare i giovani nei luoghi dove più abitualmente si ritrovano. Già effettuata la mappatura, ora parte la fase operativa che coinvolgerà 300 ragazzi e ragazze tra i 14 e 25 anni. Previste azioni mirate sul territorio come presidio contro il disagio e i comportamenti aggressivi. Presidio del territorio che si affianca di fatto a quello delle forze dell’ordine. Non vuoti slogan e qualunquistiche affermazioni sull’insicurezza, ma un intervento concreto per dare risposte efficaci nell’affrontare il fenomeno dell’aumento di aggressività nei giovani. Al tavolo di lavoro in Comune tutte le istituzioni del territorio, dalla Prefettura alla Questura, dall’Ulss 9 alle Forze dell’ordine, dall’Ufficio scolastico alla Diocesi, e tutte le associazioni che già lavorano a queste tematiche.
Dove trascorrono la maggior parte del loro tempo libero i ragazzi e le ragazze tra i 14 e i 20 anni? Dov’è che si incontrano e socializzano, dov’è che fanno gruppo?
E’ la strada il loro principale luogo di ritrovano, dove per ‘strada’ si intendono un po’ tutti gli spazi all’aperto, dalle piazze ai giardini passando per i bastioni. Non c’è quartiere senza giovani per strada.
Ed è proprio qui, sulle strade della città, che il Comune andrà a cercarli, per avvicinarli, incontrarli, ascoltare i loro bisogni e aspettative, per poi coinvolgerli in azioni e iniziative che li vedano protagonisti. L’obiettivo è quello di intercettare i loro problemi, avere consapevolezza del grado di malessere, di disagio, cogliere i loro sogni, le loro speranze, le loro visioni per aiutarli a sentirsi meglio, più fiduciosi in un processo di vicinanza.
Un progetto innovativo, che l’assessorato ai Servizi sociali porta avanti con gli assessorati alla Sicurezza, alle Politiche giovanili e di Partecipazione e alle Politiche educative e in collaborazione con l’Università della Strada del Gruppo di Adele, promuove nell’ambito della funzione di cura dei minori e delle famiglie in generale e in particolare delle famiglie in situazioni di fragilità e vulnerabilità, e che si aggiunge alle azioni di supporto al mondo minorile e giovanile già messe in campo dal Servizio educativo territoriale.
Un ruolo fondamentale nel progetto lo hanno g li educatori di strada, operatori preparato che si muovono in coppia e si recano da gruppi di ragazzi informali, le cosiddette compagnie (target 14-25 anni) che si ritrovano presso circoli, bar, piazze e giardini. All’interno dei gruppi e delle relazioni, l’operatore entra in punta di piedi, lavora nell’informalità per cogliere le potenzialità di ogni singolo e del gruppo stesso.
Prima fase del progetto, già completata, è la mappatura dei luoghi frequentati dai giovani, quartiere per quartiere. Ora si è pronti per la fase operativa, ovvero la conoscenza dei gruppi e il successivo consolidamento delle relazioni. Solo allora si potrà avviare delle microprogettualità che valorizzeranno il protagonismo dei ragazzi, che potranno ampliarsi grazie ad un lavoro di rete con la comunità locale e gli stakeholders. L’obiettivo è raggiungere almeno 300 adolescenti da qui ai prossimi 15 mesi, tempi stabiliti per la sperimentazione del progetto. In campo ci sono 3 educatori di strada.