La deposizione di una corona di alloro al monumento ai Deportati e l’esecuzione del canto ebraico ‘El Male Rachamin’, alla memoria delle anime dei defunti. Si sono aperte così in piazza Bra le celebrazioni veronesi per il Giorno della Memoria, a ricordo della Shoah e della liberazione del campo di concentramento di Auschwitz, avvenuta il 27 gennaio del 1945.
Le iniziative in programma sono proseguite in Gran Guardia, dove dopo gli interventi delle autorità, è stata consegnata dal sindaco Federico Sboarina la medaglia della città alla memoria dei veronesi Giuseppe Guerra, 94enne, per cui ha ritirato il figlio Marco, e Luigi Gatto, deceduto nel ’45 nel campo di concentramento di Flossemburg. Dal prefetto Donato Cafagna sono state inoltre consegnate le medaglie d’onore concesse dal presidente della Repubblica a Marsilio Bazzoni di Verona, Umberto Gastaldo di San Bonifacio, Ermenegildo Giaretta di Gazzo Veronese, Giuseppe Mazzi di Castel D’Azzano, Francesco Tosi di Caldiero e Stefano Zaghini di Bussolengo.
Ma anche in questa giornata non è mancata a distanza la polemica. A rilanciare la vicenda dell’intitolazione della strada a Giorgio Almirante ci hanno pensato i Dem Federico Benini, Elisa La Paglia e Stefano Vallani.
“Il Sindaco – hanno detto- ascolti gli appelli degli ex internati e degli altri cittadini e faccia con la sua maggioranza un passo indietro rispetto all’intitolazione di una strada o una piazza a Giorgio Almirante. Non si possono portare gli omaggi alle vittime della Shoah, come ha fatto il sindaco nella Giornata della Memoria, e allo stesso tempo conferire una onorificenza a chi, come Almirante, con le proprie parole ed i propri gesti ha contributo a creare e a giustificare le sofferenze inferte a tali vittime in quanto ritenute di razza inferiore. Uno sfregio che Verona non merita”.