Giornata Mondiale del latte: sfida contro i pregiudizi Ridefinire la comunicazione del settore, puntando su un approccio contemporaneo e giovane che strizza l’occhio ai consumatori millenials: parte, per un nuovo triennio, il progetto “Think Milk, Taste Europe, Be Smart”.

Latte e latticini al centro di una comunicazione che li vuole al passo con le tendenze e in contesti live ed immersivi: così il sistema cooperativo lattiero-caseario, in occasione della Giornata Mondiale del latte, lancia il nuovo progetto “Think Milk, taste Europe, Be Smart”.

Il progetto è promosso dal settore lattiero-caseario di Alleanza delle Cooperative Italiane, realizzato da Confcooperative con il cofinanziamento della Commissione europea che dimostra un ulteriore impegno a beneficio dell’intero settore, promuovendo una comunicazione che ha l’intento di superare pregiudizi, aumentare la fiducia e sostenere il consumo di latte e suoi derivati.

Giornata Mondiale del latte

“La cooperazione lattiero casearia è responsabile del 65% del latte raccolto in Italia, con un’incidenza del 70% nelle principali DOP casearie come Parmigiano Reggiano, Grana Padano e Asiago.

La nostra forte presenza sul territorio ci spinge, sempre con più fermezza, a sostenere i valori intrinseci di latte e latticini, sia per i benefici che un consumo consapevole apporta alla salute, ma anche per l’indotto socioeconomico che l’intera filiera è in grado di favorire sia nel contesto domestico sia a livello globale”, ha commentato Giovanni Guarneri del Settore lattiero-caseario di Alleanza delle Cooperative Agroalimentari.

Con 17.000 stalle associate (concentrate principalmente in Lombardia, Emilia-Romagna, Veneto e Piemonte) 600 imprese, 15.000 addetti, 8,5 milioni di tonnellate di latte raccolte l’anno e un giro d’affari pari al 45% del fatturato totale della filiera lattiero-casearia che oggi raggiunge quasi i 17 miliardi di euro, la Cooperazione conferma il suo ruolo da protagonista nel saper preservare la tenuta della filiera, anche in quelle zone del paese dove la zootecnia manifesta maggiori debolezze.

Il commento

“È il caso delle piccole aziende agricole di montagna – sottolinea Guarneri – che, a causa dei costi di produzione mediamente più alti, soprattutto in termini di trasporto, sopravvivono solo grazie alla cooperative di raccolta latte, contribuendo alla salvaguardia del territorio e dei posti di lavoro, alla produzione di eccellenze casearie che vantano la DOP e alla valorizzazione del turismo gastronomico”.

Conclude Guarneri: “Oggi il settore lattiero caseario attraversa un periodo di criticità che vede da un lato l’atteggiamento prudente degli agricoltori alle prese con un contesto economico minato dal costo ancora alto delle materie, dall’altro, la contrazione del carrello della spesa dei consumatori, a fronte della spinta inflazionistica. In questo clima di instabilità, le certezze arrivano dal fronte export.

La filiera del Made in Italy lattiero caseario registra, all’estero, numeri da record con un fatturato che ha raggiunto 5,4 miliardi di euro, di cui 4,9 rappresentati da soli formaggi (Fonte Istat, gennaio – dicembre 2023).

Numeri che confermano quanto l’export sia un punto saldo per l’economia del nostro settore e quanto sia importante lavorare sul grande interesse che il consumatore mondiale riserva ai prodotti lattiero caseari del Made in Italy. Da qui la scelta di proseguire il progetto “Think Milk, Taste Europe, Be Smart”, anche in Germania, oltre che in Italia, in quanto uno dei principali paesi destinazione di esportazioni casearie italiane”.