Enrico Marchi, l’asso pigliatutto del Nordest. Ogni giorno che possa sembra sempre più concretizzarsi questo ruolo per il finanziere (ma è riduttivo) di Conegliano Veneto che sta mettendo in piedi una macchina da guerra che a fine estate potrebbe portare il Triveneto ad essere la più forte realtà economica ed editoriale del Paese.
Secondo le anticipazioni del Corriere della Sera, Marchi ha deciso di accelerare su un fronte caldissimo: quello delle infrastrutture. Lui, che è presidente di Save con circa il 12%, vorrebbe scalare la società che gestisce l’aeroporto di Venezia: il fondatore e primo azionista del gruppo Finint ha messo nel mirino proprio il controllo della società aeroportuale che oltre a Venezia comprende gli scali del Nord Est di Treviso, di Verona con il Catullo e di Brescia Montichiari, holding che detiene anche il 48% dello scalo belga di Charleroi. La presidenza non gli basta e quindi ha creato la Finint Infrastrutture Sgr, alla cui presidenza è stato nominato Franco Bernabè, già ad di Eni e Tim, oggi al vertice di Acciaierie d’Italia (ex Ilva). La società punta a raccogliere fino a un miliardo di euro da investire su infrastrutture quali,anzitutto, gli scali e i servizi aeroportuali appartenenti al gruppo Save.
Questo significa che se Marchi ambisce a salire in maggioranza nella Save comperando queste degli altri due azionisti che detengono ciascuno il 44% del capitale (il fondo francese InfraVia e il te
desco Dws), con questo progetto intende muovere anche sul Catullo, dove detiene il 43% e può salire sia con l’acquisto delle azioni messe in vendita da Cariverona (il 3%) sia con il prossimo aumento di capitale fino a superare il 50%, vale a dire la maggioranza assoluta.
Ma qui si aprirebbe un’altra partita, perché la Catullo spa è una società mista pubblico privata a maggioranza pubblica e tale dovrebbe restare secondo i recenti pareri dell’Anac, l’autorità nazionale anticorruzione, dal momento che la Catullo detiene una concessione dello Stato. Anche Save però detiene una concessione aeroportuale, però di fatto è una società privata controllata appunto da Finint e dai due azionisti stranieri.
Ma su questo punto la Cronaca di Verona tornerà nei prossimi giorni.
Ora invece proseguiamo con i fronti di conquista del finanziere di Conegliano. Come ricorda il Corriere, la conquista del controllo del gruppo Save si inserirebbe in un progetto più ampio: diventare il regista politico economico del sistema Nordest per portare il Triveneto ad avere un ruolo da protagonista sul palcoscenico nazionale. Per questo Marchi sta perfezionando l’acquisto, con la sua cordata di imprenditori triveneti, dei quotidiani locali del Gruppo Gedi del Nordest e del polo televisivo Videomedia.
In questi giorni l’entourage di Marchi che va dall’esperto giornalista Paolo Possamai all’ex parlamentare Cinquestelle D’Incà, sta cercando una figura adatta a ricoprire il ruolo di direttore unico delle testate locali, che avranno poi ognuna un caporedattore centrale di riferimento.
Questa operazione che comprende Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino, si porta dietro come naturale conseguenza anche l’aggregazione delle Confindustrie del rispettivi territori. Non a caso infatti, Confindustria di Vicenza è già passata con lui: la presidente Laura Dalla Vecchia siede nel cda della Nord Est Multimedia srl, la nuova società costituita da Marchi per l’operazione editoriale, mentre Roberto Spezzapria presiede il gruppo Videomedia (controllato da Confindustria Vicenza), che fa parte della cordata.