Dopo le medaglie olimpiche e paralimpiche, gli europei di calcio, la nazionale italiana maschile e femminile campione d’Europa nel volley e ogni altro genere di trionfo sportivo, potevamo perderci il Nobel? Certo che no!
Molti lo definiscono “l’effetto Draghi”, un po’ come se tutto il paese, risvegliatosi da un brutto sonno politico e sociale durato almeno due anni, si sia improvvisamente ricompatto attorno al suo leader e abbia simultaneamente preso coscienza delle proprie immense potenzialità.
Così il 5 ottobre, dal prestigioso istituto svedese è arrivato il riconoscimento a Giorgio Parisi: professore della Università Sapienza di Roma a cui è stato attribuito il premio Nobel per la Fisica, per la scoperta dell’interazione tra disordine e fluttuazioni nei sistemi fisici, dalla scala atomica a quella planetaria.
Qualcuno ha suggerito, scherzando, che essere esperti di disordine e vivere in Italia rappresenta sicuramente un vantaggio competitivo, considerando appunto il disordine cronico del nostro Paese.
Giorgio Parisi, romano, 73 anni, è vicepresidente dell’Accademia dei Lincei, ed è il sesto fisico italiano a ricevere il Nobel, dopo Guglielmo Marconi, Enrico Fermi, Emilio Segrè, Carlo Rubbia e Riccardo Giacconi.
Ha così commentato Giorgio Parisi all’ANSA: «La ricerca è estremamente importante per creare il futuro ed è importante che la ricerca in Italia sia finanziata sul serio. Spero che questo sia un buon momento per investire sulla ricerca perché questo significa investire sui giovani».
Bravo Professore, questa Paese ha sicuramente un bisogno urgente di risorse per la ricerca, l’innovazione e di sburocratizzazione.
Giorgio Parisi ha dedicato una vita alla scienza, motivo di orgoglio per l’Italia e per tutto il settore della ricerca del nostro Paese.
La nostra comunità deve ringraziare il Professor Giorgio Parisi, soprattutto perché chi fa ricerca soffre le molte difficoltà nelle quali si dibatte la ricerca italiana, dalla scarsità di risorse umane e finanziarie alla burocratizzazione.
Spesso il cittadino italiano osanna il politico di turno oppure il calciatore famoso, ma non considera minimamente gli uomini di scienza. Gli studi in Meccanica Statistica e dei sistemi complessi possono sembrare lontani dal quotidiano, ma in realtà sono molto vicini alla vita di tutti i giorni.
La politica deve attivarsi in un serrato confronto per avere sempre più attenzione da parte del Parlamento e del Governo riguardo ai fondi per la Ricerca, che, come è noto, in Italia sono limitati rispetto ad altre nazioni.
Ritornando a Giorgio Parisi, il suo contributo alla fisica è stato profondo e fondamentale, e ha spaziato attraverso molti campi della ricerca: dalla fisica delle particelle, all’inizio della sua carriera, con il lavoro sviluppato assieme ad Altarelli fondamentale per la comprensione della dinamica delle collisioni protone-protone negli acceleratori di particelle, alla meccanica statistica, ai vetri di spin e la materia condensata, ai sistemi complessi, fino ai supercomputer. Il grande merito di Parisi è stato non solo l’aver sempre contribuito in modo determinante ai settori cui si è dedicato, ma averlo anche fatto precorrendo i tempi.
Caratteristiche salienti della genialità di questo ricercatore sono il suo ecclettismo e la sua capacità di visione, di anticipare, di capire prima degli altri qual era la direzione da prendere, e che cosa sarebbe diventato rilevante per la ricerca.
Il suo pragmatismo: Parisi è un fisico teorico che è spesso stato in grado di trasferire sul piano concreto i suoi lavori, come nel caso dello studio dei sistemi complessi che ha applicato a molte dinamiche della società.
Infine ma non ultimo, ci fa piacere ricordare che Giorgio Parisi è il principale rappresentante dell’eccellenza della fisica italiana e della grande scuola di fisica teorica di Roma che ha avuto inizio con Enrico Fermi e negli anni ha contato esponenti di massimo rilievo, tra i quali Altarelli, Cabibbo, Jona-Lasinio, Maiani.
Giorgio Parisi