Sorpresa, Giorgio Massignan promuove la Sironi: “L’unico sindaco che ha sviluppato un’idea della città”. Eletta dopo Tangentopoli dal 1994 al 2002. L’unico sindaco che ha avuto un’idea di sviluppo della città? Michela Sironi. Dopo di lei, il nulla.
A rivalutare il lavoro della prima sindaca di Forza Italia che prese in mano la città dopo la tempesta di Tangentopoli, è nientemeno che uno dei più critici osservatori della pianificazione urbanistica, Giorgio Massignan, architetto, ex assessore, coordinatore dell’associazione Verona Polis.
Massignan promuove la Sironi
Un passo indietro: siamo nel 1994. Verona è in piena Tangentopoli, alla fine sarà la seconda città dopo Milano per arresti, travolta da un ciclone giudiziario che farà tabula rasa della politica amministrativa e dei partiti, le cui conseguenze si pagheranno per decenni (a questo proposito si consiglia la lettura dell’intervista rilasciata al Corriere della Sera dall’avvocato ed ex parlamentare Giovanni Pellegrino che si trovò a presiedere la Giunta per le immunità del Senato quando nel 1992 scoppiò Tangentopoli: «L’obiettivo era il primato del potere giudiziario»).
Verona rimane senza classe politica, stordita, confusa, disorientata: sono venuti meno punti di riferimento storici come la Dc, il Psi, altri partiti minori: il marciume della corruzione li ha corrosi dall’interno facendoli schiantare.
E in questo vuoto enorme arriva l’invenzione di Berlusconi, Forza Italia alla quale aderiscono molti esponenti liberali tra i quali anche la Sironi, docente universitaria esperta di economia. Viene eletta la prima volta nel 1194 e riconfermata nel 1998 fino al 2002.
Come scriveva Massignan…
Scrive Massignan nel suo ultimo intervento riferito alla mancanza di una pianificazione della città da parte delle ultime amministrazioni: “In realtà, l’ultima amministrazione che aveva sviluppato un’idea di città è stata quella guidata dalla sindaca Michela Sironi. Infatti, aveva approvato e trovato i finanziamenti per un efficiente sistema di trasporto pubblico: la tramvia su rotaia, che in tante città è stata realizzata con ottimi risultati”. Va anche aggiunto che durante il mandato Sironi venne realizzata con la società autostrade Brescia-Padova la tangenziale Est.
E poi: “Aveva definito lo spostamento del museo di scienze naturali all’Arsenale, anticipando il MUSE di Trento. Aveva ipotizzato un importante campus universitario di primo livello alla Passalacqua, con il parco a disposizione della città, e il trasferimento della Facoltà di Giurisprudenza a palazzo Pompei, liberato dal museo, in modo da creare in Veronetta la “Città Universitaria”. La giunta Zanotto che seguì, non riuscì a realizzare nessuno di questi progetti”.
Dopo Zanotto, tre amministrazioni di segno opposto, centrodestra. “Le due successive amministrazioni del sindaco Tosi cancellarono tutto ed edificarono una serie di edifici, in deroga, nello spazio della Caserma Passalacqua. La seguente giunta Sboarina, diminuì i metri cubi di cemento previsti dal PAT del sindaco Tosi e annullò il progetto tosiano di ristrutturazione dell’Arsenale, che doveva essere realizzato in project finance; ma non volle bloccare il filobus e ne iniziò i lavori”.
In definitiva, secondo Massignan “Le tre amministrazioni di centrodestra basarono la pianificazione del territorio soprattutto sulle “manifestazioni d’interesse”, con la conseguenza di approvare poli commerciali e alberghieri in numero eccessivo rispetto alle necessità di Verona, trascurandone i reali bisogni. Un esempio su tutti, la destinazione commerciale e direzionale dei Magazzini Generali, di proprietà della Fondazione Cariverona, che avrebbero dovuto diventare una cittadella della cultura”.
E adesso?
“Sinora, anche l’attuale amministrazione non sembra differenziarsi da quelle precedenti”, taglia corto Massignan. “Dalla situazione attuale della nostra città, si desume un Centro Storico che si sta spopolando di residenti per trasformarsi in un contesto di consumo turistico; una periferia abbandonata a se stessa, carente di servizi, di luoghi di socializzazione e di verde; un sistema del verde che denuncia la mancanza di circa 2 milioni di mq di verde rispetto alle norme urbanistiche, di cui 800 mila solo a Verona sud; un sistema della mobilità che si basa su un’infrastruttura inadeguata e tecnologicamente obsoleta, quale il filobus, che non sarà in grado di sostituirsi, neppure in parte, al trasporto privato a motore ma, anzi, che ne peggiorerà la scorrevolezza riducendo la larghezza delle carreggiate; e un sistema culturale in cui si sovrappongono i piani di un ente privato, la Fondazione Cariverona con il “Piano Folin”, a quelli, se esistono, dell’amministrazione pubblica”.
E questo porta al nodo alberghi: “Per rispondere alla desertificazione del centro, durante la precedente amministrazione, si è concessa, ovviamente in deroga, la possibilità di trasformare l’ex sede della banca Unicredit di via Garibaldi, di proprietà della Fondazione Cariverona, in un importante polo alberghiero. Questo precedente sta spingendo altri operatori economici a richiedere, sempre in deroga, il medesimo cambio d’uso di altri edifici”. Manovra che al momento sembra essersi fermata per le diverse visioni presenti della Giunta Tommasi.
E viene avanti la Marangona tema di cui ci eravamo occupati sulla Cronaca di Verona nei giorni scorsi: “Nonostante l’impegno a non consumare altro suolo verde, a Verona sud si vorrebbe impermeabilizzare e cementificare l’ultima grande zona agricola rimasta, la Marangona, malgrado la presenza di tante aree industriali dismesse che potrebbero ospitare le attività previste nei futuri nuovi capannoni della Marangona”.