Medico, scalatore e rocciatore: tutte doti di famiglia. Giorgio Chierego è morto all’età di 84 anni dopo una lunga malattia con la quale ha combattuto sempre con grande serenità e fiducia.
Giorgio, i cui funerali si sono svolti oggi pomeriggio alla Santissima Trinità in una chiesa gremita di familiari, amici, ex colleghi, è sempre stato impegnatissimo nella professione medica ma aveva una fortissima vocazione alla solidarietà, all’altruismo, alla generosità e infatti era stato impegnato nell’associazionismo, nel volontariato, nel Soccorso alpino. Aveva anche servito pasti alla mensa dei poveri.
E oltre che socio del Cai e istruttore nazionale di roccia, era un componente molto attivo del Rotary Club Verona Sud, di cui è stato anche presidente, insignito del riconoscimento “Paul Harris”, la più alta onorificenza istituita dal Rotary in nome del fondatore. Giorgio era parte della grande famiglia dei Chierego che a Verona sono sinonimo di medicina e montagna.
Lui era il sesto dei figli dell’alpinista al quale è dedicato il rifugio sul Baldo e ha ripercorso le tappe dei fratelli (Franco era stato anche assessore nel Comune di Verona) e del padre Giovanni, fondatore della casa di cura Chierego-Perbellini che oggi non esiste più.
Dal punto di vista professionale, era stato primario di fisica sanitaria all’ospedale di Borgo Trento dopo esserlo stato in quello di Vicenza. Già Direttore dell’Unita Operativa complessa di Fisica Sanitaria della Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Verona (1994 -2008) e in precedenza era stato Direttore del Servizio Autonomo di Fisica Sanitaria della ULSS di Vicenza (1977 – 1994). Era Esperto Fisico Medico per la Garanzia della Qualità delle apparecchiature di radiologia, Radioterapia e di Medicina Nucleare.
Lascia la moglie Maria Grazia Bottoli, il figli Chiara e Federico.