Amarcord del Novecento domenica in fiera per la 77° edizione della mostra-mercato del 2 febbraio dedicata ai giocattoli d’epoca e ai modellini. Il pubblico potrà entrare liberamente dalle 10 alle 15. Protagonisti saranno i vecchi giochi portati dai collezionisti di tutta Italia. Automodelli, cavalli a dondolo, bambole, trenini, navi, aeroplani, piccoli dirigibili, soldatini di piombo e tutto il fantasioso campionario del gioco del Novecento con teatrini, marionette, pupazzi, giostre, automi. All’appuntamento arriveranno appassionati carichi di giocattoli costruiti in Europa dalla fine dell’Ottocento agli anni Sessanta, epoca in cui le fabbriche di giocattoli iniziarono ad utilizzare materiali plastici. Fino ad allora i balocchi venivano prodotti in metallo, latta, gomma, legno. Le vecchie bambole in leghe speciali chiamate “compo” o “bisquit”. La mostra-mercato durerà solo la giornata di domenica e nel primo pomeriggio gli espositori lasceranno Verona per tornare a casa -molto arrivano da città lontane- con le loro valigie piene di sogni. Più recentemente, come spesso succede nel collezionismo per la ruota del tempo, si sono affermate le Barbie, Ufo-Robot, Action Figures e Hot Wheels. Attraverso i giochi in mostra, sarà possibile rileggere frammenti di storia perché essi riflettono le tendenze sociali delle rispettive epoche: dalle romantiche bambole fine Ottocento ai deliziosi automi della “Belle Epoque”, per arrivare ai giochi bellici (plotoni di soldatini, carrarmati, autoblindo) del Ventennio, alle automobiline di ogni foggia e formato degli anni Cinquanta e Sessanta (i decenni della motorizzazione di massa), ai cosiddetti “giocattoli spaziali” (razzi, astronavi, robot) espressione di un periodo che vide contrapposte nella guerra fredda le superpotenze Usa e Urss per la conquista dello spazio planetario. “Oggi i giochi sono decisamente diversi, soprattutto nella modalità e nella scelta dei tempi”, dicono i collezionisti, “e i ragazzi scambiano per giochi quelli che un domani diventeranno strumenti di lavoro, come il telefonino, internet e molte applicazioni elettroniche che, fra l’altro, impongono tempi di reazione poco rilassanti e giocosi”. Alla mostra-mercato di Verona fra i pezzi più ricercati ci saranno i giocattoli in latta della veneta Ingap (acronimo di Industria nazionale giocattoli automatici Padova) e i grossi camion anni Cinquanta della Sommavilla, veneta pure lei. Probabilmente nessuno di questi industriali pensava che, sessanta o settant’anni dopo, ci sarebbero stati appassionati disposti a macinare centinaia di chilometri pur di accaparrarsi un pezzo diventato oggi da collezione e ieri soltanto un gioco per bambini. Dunque, come spesso capita, bisognava perderli in qualche cantina o soffitta per apprezzarli. I bolidi di Fangio e Ascari, i transatlantici in miniatura che riproducono l’Andrea Doria, le prime motociclette, insomma un affresco dipinto col pennello della fantasia fra sogno e realtà.