ll Cagliari aveva lo scudetto sul petto, e viaggiava a gonfie vele anche nel campionato 1970-71, tanto che non sembrava impossibile parlare di un bis scudetto. Primo posto in classifica, turno di Coppa dei Campioni superato ai danni del Saint Etienne e andata degli ottavi vittoriosa al Sant’Elia con l’Atletico Madrid.
Il 25 ottobre 1970 il Cagliari con lo scudetto sul petto sconfiggeva l’Inter a San Siro per 3-1 e Gigi Riva realizzò due reti.
Pochi giorni dopo il 31 ottobre 1970 al Prater di Vienna, è prevista la partita di qualificazione per la fase finale degli Europei 1972 fra Austria ed Italia.
Riva ha una forte tonsillite, prende antibiotici e sceglie di giocare questa partita ugualmente.
La partita si mette bene. L’Italia passa in vantaggio con De Sisti, e dopo il momentaneo pari dell’austriaco Parits, gli azzurri raddoppiano con Mazzola, che ribadisce in rete un tiro-cross di Riva.
L’Italia spinge alla ricerca del terzo gol per chiudere i conti e Domenghini serve Riva sulla trequarti avversaria. Rombo di Tuono punta deciso verso la porta, ma non fa i conti con l’avversario che lo segue: Hof. L’entrata da dietro, senza possibilità di intervenire sulla palla, è micidiale. Riva viene portato via in barella. Domenghini è sconvolto, Cera resta in lacrime. La diagnosi è impietosa. Frattura del perone e distacco dei legamenti della caviglia.
Era il secondo gravissimo infortunio che il nostro grande bomber subiva dopo quello del 27 marzo 1967 quando il portiere della nazionale portoghese Americo in uscita gli provocò la rottura del perone della gamba destra.
Hof, medianaccio austriaco, viene ribattezzato da allora “il boia del Prater“. I tifosi del Cagliari non lo hanno mai perdonato. Riva sì.
L’anno dopo, nel 1971, i due si incontrano nuovamente a Roma, per la partita di ritorno Italia-Austria. Riva, che è un uomo di battaglie sul campo, va verso il suo avversario, per stringergli la mano. Hof è commosso. E Gigi Riva dimostra una volta di più di essere anche un grandissimo uomo.