Resta un mistero la morte di Erika Boldi, la ragazza 26enne di Mantova il cui corpo privo di vita e senza vestiti è stato rinvenuto nel fiume Tartaro la mattina di domenica 7 luglio.
Secondo quanto stabilito dalle prime analisi del medico legale infatti, la causa del decesso non sarebbe l’annegamento ma l’autopsia ha invece confermato il contrario. Si esclude quindi l’ipotesi di un delitto, considerato che sul corpo della giovane non sono stati trovati segni di violenza.
Erika Boldi, la ragazza 26enne ritrovata nel Tartaro
La procura di Verona ha aperto un’inchiesta per omicidio: Erika Boldi qualche ora prima della scomparsa era stata avvistata in un locale di Villafranca, la stessa mattina aveva ricevuto una denuncia per resistenza a pubblico ufficiale ed arrestata con rilascio immediato in attesa di processo. Pare avesse bevuto qualcosa e sembrasse ubriaca, l’ultima volta che le persone l’anno vista prima del decesso.
La madre della giovanissima ha raccontato che sua figlia Erika aveva da tempo problemi di tossicodipendenza e per questo i rapporti in famiglia erano diventati molto conflittuali:
“Aveva detto che sarebbe rimasta a dormire da un’amica“, ha testimoniato la sorella, confermando anche di aver ricevuto il sabato pomeriggio una telefonata da Erika che aveva raccontato di aver litigato con l’amica.
Indagini ancora in corso
La famiglia di Erika Boldi ha escluso qualsiasi ipotesi di suicidio, come ha detto la mamma intervenuta a L’Arena: “Temo che sia salita in auto con qualcuno che le ha ceduto la droga e quando ha visto che era andata in overdose l’abbia gettata nel fiume invece di chiamare il 118″.
Per fare luce su quanto accaduto, saranno esaminate le immagini delle telecamere di sorveglianza della zona, in particolare quelle delle abitazioni della zona, dalle quali i residenti hanno raccontato di aver sentito un’auto che si avvicinava e poi ripartiva velocemente.