Ghosting è un termine relativamente nuovo, che potremmo tradurre con sparire come un fantasma da un rapporto. E’ una modalità sempre più utilizzata per interrompere le relazioni: semplicemente scomparendo. Figlia, solo in parte dei tempi moderni, dell’era di internet e dei social, in quanto numerosi sociologi asseriscono che si tratta di una messa in pratica esercitata da sempre dagli “avventurieri”. Il Ghosting è un modo di troncare una relazione, d’amore o d’amicizia, senza chiuderla davvero, semplicemente smettendo di esserci e di farsi sentire, evitando di passare attraverso un confronto con il partner. Se spesso, è stato un metodo rapido per chiudere relazioni avviate da poco, si sta notando un suo maggior impiego anche in rapporti di convivenza e matrimoniali. Le persone che agiscono il Ghosting si concentrano spesso sull’evitare un disagio emotivo che la reazione dell’altro (che potrebbe manifestarsi attraverso un pianto, un’esplosione di rabbia o altro…) causerebbe. Chi ghosta non deve affrontare l’altro e non deve elaborare alcun discorso, nè dare spiegazioni, sul perché vuole interrompere un legame e quindi esce di scena nell’oblio. Un sondaggio del 2020 ha rilevato che il 16% di chi sparisce lo fa anche per non ferire la persona che sta respingendo e che l’8% lo fa per timore che la persona rifiutata reagisca con violenza. Chi ghosta, infine, pare avere spesso dei tratti di personalità più accentuati di machiavellismo e psicopatia rispetto a chi non lo agisce. Come si può immaginare, il Ghosting può avere un difficile impatto psicologico sulla persona che lo subisce. Chi si ritrova a fare i conti con una sparizione subisce infatti una vera ferita, sotto forma di rifiuto sociale, che attiva nel cervello le stesse regioni che vengono stimolate quando si sperimenta un dolore di tipo fisico. Esser lasciati in sospeso non permette inoltre di mettere un punto a una situazione e provare a voltare pagina. La mancanza di chiusura è ciò che rende il Ghosting una pratica particolarmente difficile da accettare e che può scatenare diverse reazioni emotive a partire dallo shock iniziale, per poi approdare alla negazione, all’umiliazione, alla rabbia… Il soggetto ghostato deve elaborare da solo l’idea che la relazione è finita e anche le ragioni per tale rottura vanno dedotte in autonomia, il che spesso porta a un penoso arrovellarsi di pensieri e rimuginii. Non è tanto poi la durata del tempo trascorso insieme, a incidere sulla reazione, quanto l’aspettativa che vi si era riposta nel rapporto a gravare sulla persona. La vittima cerca in tutti i modi una risposta ai suoi perché e può arrivare a mettere in dubbio le proprie qualità e in discussione se stesso. Alcuni risultati di aver subito Ghosting possono essere l’insicurezza e la bassa autostima, ed è proprio qui che si può intervenire anche tramite un sostegno psicologico. Per fronteggiare il dolore, a livello pratico, vale la pratica del no contact se si riesce, ovvero cercare di non chiamare il fuggitivo, perché un’inevitabile mancata risposta farebbe ancora più male.
Sara Rosa, psicologa e psicoterapeuta