Gheller: avanti nel suo nome Marco Cappato: “Ha continuato a combattere con generosità”

Si sono svolti a Cassola, nel Vicentino i funerali di Stefano Gheller, portabandiera della lotta per il suicidio medicalmente assistito. Gheller, 51 anni, è morto il 22 febbraio in ospedale a Bassano: soffriva di una grave forma di distrofia muscolare. Alla cerimonia funebre hanno partecipato tra gli altri il presidente Luca Zaia e il tesoriere dell’associazione Luca Coscioni Marco Cappato. “Stefano – ha detto quest’ultimo – si è battuto come un leone nonostante le sue difficilissime condizioni di salute, per la cosa più importante, la libertà di scelta. E’ stato leader della nostra campagna LIBERI SUBITO, la proposta di legge regionale per definire procedure e tempi certi nell’iter per il “suicidio assistito”, già legalizzato dalla Corte Costituzionale. Non si batteva solo per se stesso, e infatti ha continuato a combattere con generosità anche dopo aver ricevuto il via libera dal Servizio sanitario. Andremo avanti spinti dal suo coraggio, e insisteremo per chiedere che il Consiglio regionale Veneto riprenda a discutere la nostra proposta rinviata in Commissione. Siamo certi che Stefano non si è battuto invano: la sua memoria ci darà la forza -a noi e a tantissimi altri- per ottenere il riconoscimento di nuovi diritti e libertà”.