“Da Adriano Trevisan di Vo’ Euganeo, il 21 febbraio 2020, alle 10.300 vittime registrate fino ad oggi nella nostra regione (oltre 100.000 in Italia).
Sono i deceduti a causa del Covid, la maggior parte anziani, che le famiglie non hanno nemmeno potuto salutare con una cerimonia ‘normale’ per ragioni di sicurezza sanitaria”.
Lo ha scritto in un post pubblicato sulla sua pagina Facebook il presidente del Veneto Luca Zaia ricordando la Giornata Nazionale in memoria delle Vittime della pandemia. Una giornata nata “per conservare e rinnovare il ricordo di tutte le persone che sono decedute in questi 13 mesi, e riflettere sull’importanza dei nostri comportamenti (prevenzione, osservanza delle regole e vaccinazione), per uscire presto da questa guerra che ha sconvolto la nostra vita”.
Il governatore ha poi fatto il consueto punto della situazione durante la conferenza stampa nella sede regionale della Protezione Civile.
“Si fanno tanti bilanci rispetto a questa tragedia che stiamo vivendo, io voglio solo ricordare tutte le persone che hanno perso la vita. ”
Il Veneto è una Regione che è stata toccata
brutalmente, la tragedia l’abbiamo vissuta da vicino e il bilancio è pauroso. Ringrazio che sia stata fissata una data per ricordare tutte le vittime perché con questo Coronavirus se n’è andata una parte di Veneto, le storie di questa comunità. Ognuno di noi – ha concluso il presidente della regione – può ricordare queste persone rispettando le regole”.
I DATI DI OGGI
i nuovi casi nelle 24 ore sono 1.761, il 4,17% dei tamponi eseguiti. I positivi attuali sono 36.938. Putroppo ci sono anche 36 nuove vittime. I ricoverati sono 1.821 (+14), di cui 1.610 in area non critica e 211 in terapia intensiva. Inoltre ci sono 293 persone in Terapia intensiva non Covid, per cui i letti di intensiva oggi occupati sono 504.
LA VACCINAZIONE
Ne ha parlato il dottor Luciano Flor, direttore generale della sanità veneta. “Gli ultraottantenni non li vacciniamo tutti insieme, li chiamiamo per anno di nascita, un po’ alla volta. Fatti gli anni 1941, 40, 39 in parallelo con anni 1930 e 29. Gli altri li chiameremo man mano. Vengono usati Pfizer e Moderna. Per i vulnerabili (diabetici, cardiopatici, oncologici…) non viene usato AstraZeneca, oggi comunque non disponibile. Facciamo circa 4.500 persone al giorno come prima dose, ad esempio ieri abbiamo finito tutti i pazienti con fibrosi cistica e da oggi iniziamo con la seconda dose. Sabato arriveranno 30mila Moderna (sabato scorso non erano arrivati), martedì aspettiamo 83mila Pfizer, il martedì successivo 56100 Pfizer, da aprile 120mila Pfizer a settimana. Vaccinati finora 130 mila ultraottantenni, compresi quelli in casa di riposo, e 220mila da vaccinare”. La dottoressa Francesca Russo, capo del dipartimento regionale di prevenzione, ha parlato del piano di sanità pubblica: “Tra gli obiettivi ha quello di intercettare le varianti, in Veneto abbiamo variante inglese in quasi tutte le province e si distribuiscono in quasi tutte le fasce di età, anche scolastica. Alla luce delle circolari del ministero, abbiamo rivisto i test e i tracciamenti, oltre ai criteri per la quarantena anche per i vaccinati se hanno un contatto stretto con un positivo. Per quanto riguarda il piano vaccinale, sappiate che viene aggiornato di continuo in base alla disponibilità di dosi. Si lavora sia sull’età che sulle condizioni di fragilità indipendentemente dall’età. Non si aspetta di finire una categoria ma si prosegue in via parallela con le classi di età. Tra i soggetti fragili sono stati inseriti anche i disabili. Tra i superfragili ci sono oncologici, trapiantati, fibrosi cistica, talassemici. Chi non può andare nei centri vaccinali sarà vaccinato a domicilio mediante medici di base o personale dell’Ulss. Chi non ha potuto vaccinarsi, verrà richiamato. Dall’annata ’38 è in corso. I più anziani invece avranno il vaccino a domicilio, sempre avvisati per lettera, telefono o sms.