La GdF di Vicenza ha dato attuazione a misure cautelari nei confronti di 3 amministratori di società operanti nel commercio di pneumatici: le accuse sono quelle di frode fiscale e bancarotta.
Contestualmente, le Fiamme Gialle beriche stanno eseguendo 21 perquisizioni locali presso le abitazioni e gli altri luoghi nelle disponibilità di 13 indagati, nonché all’interno dei locali aziendali delle 08 società coinvolte nella frode, dislocate tra Vicenza, Padova, Albignasego (PD), Mestrino (PD) e Venezia.
Le misure cautelari hanno colpito il “vertice” del sodalizio composto da un 56enne montegaldese, destinatario di una ordinanza di custodia cautelare in carcere, dalla compagna, una 43enne rumena sottoposta agli arresti domiciliari ed un 58enne sandricense per il quale è scattato l’obbligo di dimora a Sandrigo (VI).
Frode fiscale e bancarotta: misure cautelari per 3 amministratori
Secondo le ricostruzioni degli investigatori, il sistema fraudolento si sostanzia nell’acquisto di pneumatici da operatori comunitari (operazioni che, per loro natura, non sono soggette al pagamento dell’IVA, che dovrebbe invece essere assolta alla prima cessione nazionale) da parte delle società cartiere, le quali emettono false fatturazioni verso le società realmente operative del sodalizio, non provvedendo poi a presentare le dovute dichiarazioni, con conseguente omissione del versamento dell’IVA dovuta, escamotage che ha consentito, grazie all’illecito risparmio di imposta, di cedere gli pneumatici alla clientela finale (automobilisti) a prezzi illecitamente concorrenziali.
In definitiva, le investigazioni hanno permesso di ricostruire l’emissione di fatture per operazioni inesistenti per oltre 28 milioni di euro, con conseguente IVA evasa per oltre 3 milioni di euro, somma in ordine alla quale le Fiamme Gialle beriche stanno in queste ore operando il sequestro preventivo disposto dal Tribunale di Vicenza.
Gli indagati dovranno rispondere, a vario titolo, dei reati di emissione di f.o.i., omessa dichiarazione e bancarotta fraudolenta.
Infine, l’imprenditore montegaldese, unitamente al presidente ed all’allenatore della A.S.D. di rugby, dovranno rispondere di false attestazioni all’Autorità Giudiziaria.