Il Palazzetto dello Sport di Correzzo di Gazzo Veronese ha ospitato “Lezione di legalità” un interessante incontro organizzato dalla prof.ssa Alessandra Di Vita (supportata dalla collaborazione dei colleghi) docente della scuola media “A. Pasetto” di Roncanova, figlia di Lucia Ievolella e nipote del maresciallo Vito Ievolella, ucciso dalla Mafia nel 1981. Relatrice la professoressa Lucia Assunta Ievolella, Dirigente Scolastica dell’IIS Paolo Cascino di Palermo e, come detto, figlia del maresciallo maggiore Ievolella. Ha moderato l’incontro la Dirigente Scolastica dell’I.C. di Sanguinetto dott.ssa Caterina Pagano, presenti il Sindaco di Gazzo Veronese Stefano Negrini, l’Assessore ai sevizi Sociali Chiara Vecchini e il Comando dei Carabinieri della Stazione di Gazzo. La prof.ssa Ievolella si è rivolta alla platea composta dagli alunni della Scuola Secondaria di Primo Grado “A. Pasetto” di Roncanova e dai loro insegnanti, raccontando la storia di suo padre. Una storia di un vero uomo dello Stato, diventato maresciallo maggiore dei carabinieri e assegnato a Palermo dove prestò servizio dal 1960 (e dal 1965 nucleo investigativo del Comando di Gruppo) fino al giorno della sua morte. Il 10 settembre 1981, mentre si trovava a bordo della propria autovettura Fiat 128 con la moglie, venne freddato da quattro killer in piazza Principe di Camporeale a Palermo. La moglie, e mamma di Lucia Iavolella, si salvò miracolosamente: il processo (dopo essere stato più volte riaperto) si concluse dopo 22 anni dopo con la condanna all’ergastolo del capomafia e a pene minori gli esecutori materiali in quanto collaboratori di giustizia. La prof.ssa Iavolella ha coinvolto gli alunni di Roncanova parlando inoltre delle vittime innocenti di mafia, di omertà e degli altri caduti di Mafia, affermando che è un dovere onorare e divulgare alle giovani generazioni questi messaggi. Come hanno recepito le sue parole gli alunni delle scuola media “A. Pasetto”? «Ho occasione di parlare con tante scolaresche, ero un po’ preoccupata dalla loro età perché di solito parlo ad adolescenti della scuola superiore. Li ho trovati tuttavia molto attenti, ho risposto alle loro domande che, nella loro semplicità, erano spontanee e nascevano da una sana curiosità: sicuramente alcuni messaggi sono arrivati a loro e sono fiduciosa che questi ragazzini abbiano assimilato e portato a casa un ricordo. Sono certa che sarà un piccolo seme che si svilupperà in varie direzioni a seconda dell’esperienza che faranno; in definitiva penso che sia stato un incontro proficuo».
Andrea Etrari