Gasparato innocente, è fuori dal tunnel "Sono stati sei anni lunghissimi, ma ho sempre pensato che la giustizia avrebbe vinto"

Un incubo lungo 6 anni, per “scongiurare” il pericolo rappresentato da 5 cene. Succede anche questo e “tutto è bene quello che finisce bene”.
Così, finalmente, Matteo Gasparato, presidente del Consorzio Zai e leader diVerona Domani, “formazione” in grande ascesa nella politica cittadina, può tirare un sospiro di sollievo. E’ la fine di un incubo” le sue prime parole. “Sono stati sei anni lunghissimi, ma finalmente adesso è stata stabilita la verità. Io ci ho sempre creduto, anche se questa vicenda mi è costata comunque molto a livello personale. Per fortuna, ho avuto vicino la famiglia, gli amici, gli amministratori, le persone che non hanno mai dubitato. Avevamo ragione a crederci, adesso è finita”.
Una storia quasi incredibile, che parte con l’accusa di peculato, a causa di 31 pranzi o cene “che non sarebbero stati di natura istituzionale e che erano invece stati pagati con le carte di credito dell’azienda”. I 31 “appuntamenti a tavola” erano poi diventati 5, per un totale di 500 euro, spesi in ristoranti cittadini. L’accusa aveva evidenziato che “le cene erano avvenute alla presenza di persone che non avevano ruoli istituzionali e dunque presentavano finalità diverse da quelle del Consorzio Zai”. Da qui l’accusa di peculato, “per l’uso di denaro pubblico” in quelli che, secondo l’accusa, erano invece momenti privati.
L’udienza celebrata in lglio aveva visto una richiesta piuttosto pesante nei confronti di Gasparato, per il quale erano stati chiesti 5 anni di reclusione.
“Non c’è nessun peculato – la difesa orchestrata dall’avvocato Vicentini – ma il pieno rispetto della legge. Chiediamo dunque l’assoluzione perchè il fatto non sussiste”.
E in tal senso, si è espressa la corte presieduta dalla giudice Silvia Isidori, che ha dunque assolto Matteo Gasparato, presente in aula alla lettura della sentenza. Un sospiro di sollievo, ma anche la soddisfazione “…perchè ha vinto la giustizia” ha detto il presidente del Consorzio Zai, finalmente sollevato. “Del resto, non ho mai avuto dubbi al riguardo”.
Sei anni chiusi con l’assoluzione, che cancella ansia e timori. Ora può pensare solo al Consorzio e alla crescita di Verona Domani.