“La nomina della Gasdia è una vendetta elettorale”. Dure reazioni del Comune, uscito ancora sconfitto per 4 a 3: bocciati i candidati proposti dal sindaco, il centrodestra spinge la riconferma del sovrintendente uscente. Ora la parola passa al ministro
“E’ stata una vendetta elettorale del centrodestra”, “Se non ci fossi stato io, Damiano Tommasi, alla presidenza, la discussione sarebbe stata ben diversa”,”dispiace che si usi la Fondazione per fare attività di partito, ma chi siede negli enti e vuole fare politica si deve candidare e farsi eleggere” (riferimento a Giuseppe Riello presidente di Camera di commercio), “Quella della Gasdia è una nomina zoppa che avviene per volontà politiche lontane da Verona, c’erano posizioni partitiche già precostituite e si è voluto piantare la bandierina”, “siamo molto preoccupati perché non stiamo presentando la squadra migliore per i prossimi cinque anni della Fondazione Arena”, “non si è voluto alzare lo sguardo e puntare al ruolo internazionale dell’Arena”, “la Gasdia è stata l’unica candidata che non ha presentato al Consiglio di indirizzo il proprio programma per i prossimi cinque anni: che cosa intende fare? Come affronterà l’impegno delle Olimpiadi?”. Queste le frasi più significative del giorno dopo, pronunciate dal sindaco Damiano Tommasi, dai suoi consiglieri più stretti Alessia Rotta per il Pd, Alberto Battaggia per la Lista Damiano Tommasi, Pietro Trincanato di Traguardi e Jessica Cugini della Sinistra. E’ il giorno dopo la sconfitta in Consiglio di indirizzo della Fondazione Arena della linea tenuta dal Comune che non voleva rinnovare Cecilia Gasdia, sovrintendente uscente, per nominare Lyndon Terracini, baritono e direttore artistico di Opera Australia, considerato manager di statura internazionale dal sindaco, che avrebbe potuto dare secondo lui, una statura diversa alle stagioni areniane e una miglior promozione all’estero. E’ passata invece la linea indicata fin dall’inizio dal presidente della Camera di commercio Giuseppe Riello che ha per primo ricandidato Cecilia Gasdia, si sono affiancati a lui Serena Cubico rappresentante del ministero e Federico Pupo per la Regione; per la scelta manageriale ha optato per Gasdia anche Samuele Marconcini di Cattolica-Generali. “La Gasdia cinque anni fa doveva essere direttore artistico di De Cesaris, poi per un cavillo della norma è diventata sovrintendente. Ma la sua gestione lascia molto a desiderare”, ha detto Tommasi “e non capisco come possa accettare ora la nomina senza avere l’unanimità del Consiglio e il parere contrario del sindaco che è presidente e rappresentante legale”. Sindaco e consiglieri comunali hanno colpito duro, confermando che con lo strappo di ieri notte, con la votazione 4 a 3, ormai è stato scavato un solco profondo. “Mi preoccupa la posizione politica presa da una parte del Consiglio con la tessera di partito in tasca, anche da parte di chi ha un orizzonte temporale, come socio, di un anno (la Camera di commercio scade, poi anche la Regione) mentre la Fondazione ha un orizzonte di 5 anni”, spiega Tommasi. “La struttura dell’ente, se sarà confermata la Gasdia dal ministro, non è adeguata alle prossime sfide, come per esempio le Olimpiadi del 2026 che impatteranno sulle stagioni areniane del 2024 e del 2025”. Ora la palla passa al ministro Sangiuliano: approverà una nomina che ha spaccato il Cdi e vede sovrintendente e presidente su posizioni contrapposte?
Una maratona di tensioni Poi lo strappo con Tommasi. E’ la seconda sconfitta in pochi giorni per il Comune. Inutili i tentativi di una scelta unanime. Escluse per ora altre nomine
E alla fine Cecilia Gasdia fu. Con strappo politico e istituzionale, una spaccatura profonda che non potrà non avere conseguenze in città. A conclusione di una maratona di oltre dieci ore, il Consiglio di Indirizzo della Fondazione Arena, quando ormai era vicina la mezzanotte, con votazione a maggioranza, ha proposto al ministero la sovrintendente uscente Cecilia Gasdia, Fratelli d’Italia, per il rinnovo dell’incarico di sovrintendente per altri cinque anni. Il sindaco Tommasi nel giro di quindici giorni perde per la seconda volta 4 a 3. Per la prima volta nella storia della Fondazione Arena si arriverà a un sovrintendente non gradito al sindaco-presidente, una situazione che potrebbe nel corso del mandato, provocare anche pericolosi contrasti nella gestione. Come ha sottolineato Tommasi in conferenza stampa, potranno nascere contrasti nelle scelte tra sovrintendente, Consiglio e presidente. Il sindaco, che è presidente e legale rappresentante della Fondazione Arena, dopo essersi vista bocciare la proposta di una manifestazione di interesse al fine di raccogliere candidature (i tempi erano troppo stretti hanno sostenuto gli altri soci e hanno votato contro 4 a 3), si è presentato in Consiglio di indirizzo portando due nomi: Maurizio Roi già sovrintendente al carlo Felice di Genova e Lyndon Terracini, baritono e direttore dell’Opera Australia. I due sono stati anche ascoltati da remoto, ma evidentemente non hanno convinto. Cosa potevano portare in più rispetto al lavoro svolto da cecilia Gasdia in questi anni e che si prepara alla stagione del Centenario? Poi anche Gasdia ha esposto i risultati della sua gestione, cinque anni impegnativi contrassegnati dalla pandemia e da problemi notevoli con la gestione del personale, ma anche risultati di successo per alcune rappresentazioni areniane e la presenza di stelle di prima grandezza. Poi è cominciata la discussione che è durata ore e ha avuto toni anche accesi. Da una parte Giuseppe Riello per la Camera di commercio da sempre sostenitore di Gasdia, Serena Cubico per il ministero (anche lei di Fratelli d’Italia), Federico Pupo per la Regione e Samuele Marconcini per Cattolica-Generali; dall’algtra Soso e Allegrini per il Comune insieme con Tommasi. A fine serata sembrava anche che la votazione venisse rinviata a oggi, ma poi è prevalsa la volontà di andare alla conta, consumando così lo scontro con il Comune. Maurizio Roi non ha raccolto alcun voto, zero. Lyndon Terracini i 3 voti del Comune contro i 4 contrari e sul voto per Cecilia Gasdia c’è stato il 4 a 3 che ha visto uscire sconfitta la linea del Comune. Una linea che si è rivelata forse più politica che manageriale nel momento in cui si deve scegliere una figura professionale, sulla base di competenze e risultati, al di là delle appartenenze politiche. Inutili i tentativi durante la serata di trovare una intesa condivisa, una scelta all’unanimità. Tommasi ha anche escluso di nominare un direttore generale: in Fondazione comanda il sovrintendente. Punto. ta da Gian Marco Mazzi. La guida verrà data a una persona di sua fiducia come Cecilia Baczynski, segretaria generale in Fondazione o la gestione passerà in mano al Comune?
“Ma ora lavoriamo tutti insieme”. Le reazioni politiche di centrodestra e centrosinistra
Gian Marco Mazzi, sottosegretario di stato per la cultura, già direttore di Arenaextra, eletto per Fratelli d’Italia: “La riconferma di Cecilia Gasdia a Sovrintendente di Fondazione Arena di Verona è avvenuta non all’unanimità, come avrei sperato, ma in ogni caso rispettando in pieno le norme dello Statuto che regolano la vita della Fondazione. E questo era molto importante. La fase della nomina si è completata ed è alle spalle. Da adesso tutti i professionisti coinvolti, con il sindaco e la sovrintendente in testa, dovranno unire le forze e lavorare insieme per l’Arena e per Verona. Li aspettano cinque anni entusiasmanti e, mi auguro, formidabili.” Ciro Maschio, deputato di Fdi e coordinatore provinciale dle partito di Giorgia Meloni: “Esprimo soddisfazione per la decisione del Consiglio di Indirizzo che ha scelto di confermare Cecilia Gasdia. Era decisamente la scelta migliore per la Fondazione Arena e per la cittá. É stata premiata la competenza (c’era un abisso tra il currículum di Cecilia Gasdia e quelli proposti dal Comune) la dedizione, confermata dai risultati: Cecilia Gasdia, unica Sovrintendente donna in Italia, ha guidato la Fondazione negli anni piú difficili, ha salvato l’Ente dal fallimento risanando i conti, riportando la grande Lirica internazionale e il grande pubblico, tutto questo nonostante le difficoltá della pandemia. A poche settimane dalla storica ed importantissima edizione del Centenario, sarebbe stato scellerato sfasciare la squadra che ha lavorato bene ed ha organizzato la stagione lirica, per fare un salto nel buio. Certo dispiace per la mancata unanimitá. Tommasi ha perso un’occasione per dimostrare lungimiranza. Da parte sua c’é stato un ostruzionismo testardo, quasi violento, del tutto inspiegabile. In momenti importanti come questi occorre saper guardare al bene del Sistema Verona, non alla piccola politichetta locale. E il bene di Verona era far guidare la Fondazione da chi l’ha ben guidata fin qui. Adesso rinnovo al sindaco l’appello che gli facevo prima del voto. Recuperi il buonsenso. Collaboriamo tutti assieme attorno alla Fondazione Arena, nell’interesse di Verona, a partire dalla storica stagione del Centenario”. E che le posizioni siano molto distanti e si sia scavato un solco tra due schieramenti lo conferma la nota, molto dura, diffusa dalla lista Damiano Tommasi sindaco: “La decisione a maggioranza, contro il parere del Sindaco e dei consiglieri da lui nominati, di inviare al ministro Sangiuliano il nome di Cecilia Gasdia per la ratifica a nuovo Sovrintendente sconcerta e preoccupa. Essa è il segno della resistenza opposta dagli interessi più conservatori della nostra città al vento di rinnovamento portato dalla nuova amministrazione” affermano i rappresentanti della lista del sindaco che individuano in Giuseppe Riello della Camera di commercio il “capocordata” a favore di Cecilia Gasdia.
“Gasdia? Una gestione mediocre”. La lista di Tommasi: “Risultati inadeguati, repertorio ripetitivo, cause di lavoro”
“Si tratta della coerente conclusione di un percorso iniziato settimane fa dalla Camera di commercio di Giuseppe Riello, che ha voluto spostare la discussione su un piano politico- scrive il coordinamento lista Tommasi- schierandosi aprioristicamente per l’attuale Sovrintendente, prima di qualsiasi confronto di merito con il sindaco e gli altri soci”. L’altro socio nel mirino è Cattolica-Generali: “Stupisce la scelta di Generali-Cattolica, istituto di dimensioni e respiro finanziario europeo e non locale, che ha finito per avallare le scelte dell’altro socio privato in modo acritico ed istituzionalmente discutibile. Più scontate, anche se non giustificabili, le posizioni del Governo e della Regione, politicamente ostili all’attuale amministrazione veronese”. Tommasi e Comune puntavano sul candidato australiano: “La proposta a sovrintendente di Lyndon Terracini, fatta dal sindaco, ha avuto il senso di promuovere per Fondazione Arena una nuova stagione gestionale nel segno della internazionalità, della innovazione delle proposte culturali, della promozione dell’opera veronese nel mondo, di professionalità garantite nei ruoli specifici dell’azienda – Sovrintendenza e Direzione artistica – con personalità distinte di altissimo livello”. “L’attuale sovrintendente”, spiegano i sostenitori del sindaco, criticando il lavoro di Gasdia, “ha accentrato in sè tutti i ruoli apicali, con risultati che sono apparsi inadeguati sotto diversi profili: sul piano artistico, per il repertorio ripetitivo e scontato e le prestazioni degli artisti inficiate dall’intasamento del calendario causato dagli spettacoli dell’Extralirica; sul piano economico, per la mancata presentazione di un piano di risanamento della pesante situazione debitoria; per l’inadeguata promozione dell’ente all’estero; per i successi contabili derivanti dai generosi proventi elargiti dallo Stato come i ristori nel periodo della pandemia e per la disastrosa gestione delle relazioni sindacali; sul piano giudiziario, per l’inerzia dimostrata dopo la recente pesantissima inchiesta della Guardia di finanza e della Direzione Antimafia di Venezia riguardante il sospetto di sovrafatturazioni milionarie perpetrate per anni da personale dell’ente; sul piano dei rapporti con la collettività veronese, per il mancato collegamento con il mondo dei giovani, delle scuole, della formazione, delle istituzioni culturali”. Una gestione insomma “che ha badato ad una mediocre ordinaria amministrazione senza quello slancio e quella visione ampia, aperta ed internazionale che una macchina dello spettacolo così straordinaria come Fondazione Arena meritava”. Che cosa accadrà ora in Fondazione? Come si gestirà l’ente dopo questo scontro? “Non si comprende come si pensi possibile, in questa situazione, accettare di assumere la direzione di Fondazione Arena con una risicata maggioranza, contro il volere del sindaco e della maggioranza che governa la città, utilizzando un monumento di proprietà del Comune”, afferma la nota della lista Tommasi. “Siamo anche convinti che il ministro Sangiuliano dovrà valutare con molta attenzione l’opportunità di ratificare una indicazione uscita da un confronto così debole e contraddittorio fra i soci”. Alla preoccupazione per le sorti della Fondazione, si associa la “piena solidarietà alla determinata azione del sindaco”.
“Gasdia è stata la scelta migliore”. Giuseppe Riello e la rappresentante del Ministero
A spezzare una lancia a favore di Gasdia intervengono Giuseppe Riello, presidente della Camera di commercio, che siede in Consiglio e Serena Cubico, Fratelli d’Italia, rappresentante del ministero in Cdi. “E’ logico riconfermare chi ha ottenuto ottimi e incontestati risultati durante il proprio mandato, negli ultimi cinque anni” afferma Riello. “Non avendo avuto, in questi mesi, la possibilità di fare valutazioni di natura diversa e con un centenario già sulla rampa di lancio, il rinnovo dell’attuale sovrintendente diventava la decisione più coerente da prendere. Questo sia da un punto di vista manageriale che industriale. Ieri abbiamo avuto modo di valutare i due candidati alla Sovrintendenza proposti dal sindaco Tommasi. Persone preparate, ma prive della conoscenza della realtà veronese e delle skills che ha dimostrato Gasdia nel presentare il suo bilancio di mandato”. E Serena Cubico difende i criteri manageriali della decisione. ”La scelta di indicare Cecilia Gasdia come Sovrintenente della Fondazione Arena di Verona è stata dettata da criteri manageriali e di merito. I risultati del suo operato in questi 5 anni (ricordiamo di cui 2 con limitazioni Covid) sono evidenti e provano il suo orientamento aziendale: lavorare con efficacia ed efficienza. Il Consiglio di Indirizzo ieri ha avuto modo di analizzare con cura il percorso della sua azione gestionale e apprezzare quanto ha realizzato: ha ripianato il debito e risanato l’ente; ha portato il bilancio in attivo; ha ricevuto riconoscimenti nazionali (il ministro Franceschini ha erogato 2.5 milioni per percorso virtuoso) e Internazionali; ha coinvolto i migliori artisti del mondo ad esibirsi in Arena e sono solo alcuni esempi”. “Quanto emerso dal Consiglio di Indirizzo, che ha dedicato molta cura a questa delicata fase di decisione (anche analizzando altri candidati) è il chiaro profilo della prestazione e del potenziale di Cecilia Gasdia: una sovrintendente di elevata professionalità che potrà guidare la Fondazione Arena nei prossimi anni (a iniziare dal Centenario). Siamo pronti a lavorare con lei e invito tutti alla massima collaborazione per raggiungere gli ambiziosi obiettivi comuni che stiamo perseguendo”. Prova muscolare, dice Alberto Bozza, consigliere regionale di Forza Italia: “La prova dei muscoli tra le parti ha fatto sì che la Fondazione si sia indebolita. Il sindaco ha compiuto un errore politico grave su Fondazione Arena, che si è spaccata e ora sarà più debole. Una crisi politico-istituzionale nata da forzature, Tommasi a quel punto avrebbe dovuto invece scegliere un percorso più condiviso e un metodo di concertazione con tutte le parti del consiglio d’indirizzo e con il ministero della Cultura per scegliere un sovrintendente di altissimo profilo e rafforzare la Fondazione. Il sindaco invece ha forzato la mano e la clamorosa spaccatura di ieri non è un bene per l’ente lirico e per la città’’. Infine, in serata Mazzi e Maschio hanno replicato alle dichiarazioni dell’entourage di Tommasi: “Mi sono adoperato con il ministero a favore di Tommasi e della città, questo non significa giocare su più tavoli. Se non va bene, non lo farò più” dice Mazzi replicando a Jessica Cugini. E Ciro Maschio: “Tommasi voleva mettere in campo delle riserve e lasciar fuori il capocannoniere ma se gioca così rischia la retrocessione. Forse è il caso di esonerare l’allenatore…”