“La retromarcia della Lega sulla fusione di Agsm con Aim e A2A, ora ufficializzata anche dalle dichiarazioni inequivocabili del segretario politico nonché assessore Nicolò Zavarise, secondo il quale in cda di Agsm il rappresentante in quota Lega non voterà mai per la fusione con A2A, conferma l’incapacità della maggioranza guidata da Sboarina di dare una direzione di sviluppo alle aziende veronesi e più in generale di dare un programma di governo alla città di Verona”. Per il capo gruppo del Pd Federico Benini si tratta di una dichiarazione di guerra dato che è evidente che il sindaco non ha convinto nemmeno i suoi principali alleati.
Bertucco, stop della Lega
Per Bertucco “lo stop della Lega all’operazione Agsm-Aim-A2A rivela ancora una volta la vera essenza della maggioranza del Sindaco, scaturita non da un programma amministrativo ma da un’unione di interessi e di opportunismi. Vedremo se il niet leghista ad A2A sarà definitivo o se verrà svenduto per qualche prebenda, ma ormai è chiaro che Lega, Verona Domani e Sboarina non hanno più niente a che spartire e che il confronto in maggioranza è ridotto ad uno scornarsi tra gruppi di potere sulla base del rispettivo peso elettorale, presunto o reale. Ora che ha fatto il pieno di transfughi, perfino Fratelli d’Italia ha cominciato ad alzare la voce. Di questa situazione il principale responsabile è il Sindaco che aveva domandato ai veronesi i voti per un “cambiamento” rispetto ai metodi tosiani finendo però col portare la città nello stesso vicolo cieco: scelte strategiche non condivise, mancanza di trasparenza e condivisione, nomine fatte con il manuale Cencelli in ogni settore, mancato ascolto delle esigenze e dei contributi dei cittadini”.
Dal Moro, gara europea
“Per il deputato Pd Sono almeno 10 anni che si discute a Verona di nuove alleanze e fusioni attorno ad Agsm e ogni volta si riparte da capo. Da tempo Verona ha rinunciato a fare aggregazioni non consolidando sul mercato i sui principali asset: Veronafiere, Aereoporto, Agsm. Considero questo ritardo nelle scelte una grave responsabilità del centro destra e della classe dirigente della nostra città. I risultati sono sotto gli occhi di tutti. Basta un semplice raffronto fra il posizionamento di questi tre asset 15 anni fa e oggi per rendersi conto dei danni fatti a questa città. Altrettanto ho sempre considerato necessarie queste aggregazioni strategiche purché avvenissero nel massimo della trasparenza, del dibattito e del confronto. Purtroppo in questi anni ciò non è avvenuto e i soci dell’aeroporto di Verona hanno fatto entrare un partner privato (concorrente) senza gara con il totale sostegno delle principali categorie economiche e del Sindaco di allora Tosi e di oggi Sboarina. Ora siamo con Agsm di fronte ad una situazione simile, anche se per alcuni aspetti diversa. Sulla scelta del partner l’impressione è di un film già visto e non saranno certo i pareri degli studi legali o gli studi dell’advisor a tranquillizzarmi, anzi. Ancora una volta anni di trattative e incontri buttati al vento e ora il centro destra si divide e a farne le spese sono i cittadini veronesi”.
Ferrari, basta giochini
Anche per Tommaso Ferrari “l’uscita della Lega su AGSM e Aeroporto sancisce apertamente quella che è già da tempo una regola non scritta in questa città: le aziende partecipate sono solo terreno di scontro politico, mentre di prospettive industriali non si parla mai. Fa sorridere che Zavarise additi l’aeroporto come modello da non seguire, visto che il suo partito governa ininterrottamente in città (e in regione) da quasi 15 anni, e dunque è il solo responsabile delle strategie miopi che negli anni hanno umiliato e declassato il Catullo”.
Pasetto, troppi dubbi
Infine per Giorgio Pasetto e Corrado Cortese di Più Europa “Comune di Verona e dirigenza non vogliono sentir ragioni e continuano a sostenere la “svendita” di AGSM ad A2A, come scelta migliore, anzi naturale. Senza spiegare il perché. Tanta insistenza comincia a destare sospetti”.