Col centrodestra in Regione, contro il centrodestra in Comune. A Venezia in un modo, a Verona nell’altro. Tosi ha resistito un paio di giorni, il tempo di festeggiare l’elezione del suo scudiero Bozza a Palazzo Ferro Fini nella lista di Forza Italia (elezione per nulla scontata, anzi). Poi è tornato a cannoneggiare Sboarina, questa volta sulla realizzazione del nuovo stadio al quale dovrebbe provvedere la cordata guidata dall’imprenditore messicano Esparza Portillo. L’ex sindaco, su Facebook, ha contestato all’attuale le dichiarazioni rilasciate alla stampa in occasione della visita a Verona dell’ambasciatore messicano, Carlos Eugenio Garcia de Alba Zepeda. In sostanza Sboarina si è detto rassicurato dalla presenza in città dell’ambasciatore. Tosi è andato giù durissimo: «Bufala nuovo stadio. Dopo Arsenale e Central Park, ennesima promessa da marinaio di Sboarina! Ora le garanzie (cioè 100 milioni di euro, o forse sono pesos…) le fornisce l’ambasciatore messicano, olé! Che strano, di solito i prestiti li garantiscono le banche. Siamo proprio in buone mani!». Quest’ultimo attacco nei giorni scorsi era stato preceduto dai soliti missili sparati contro l’ormai ex assessore alla Sicurezza Polato (assessore all’insicurezza, secondo Tosi) ed altri, sui più svariati temi, ancora contro Sboarina, il quale però si è insediato a Palazzo Barbieri grazie alla Lega, la quale oggi si trova in difficoltà per due motivi. Primo: i leghisti mai e poi mai avrebbero voluto un tosiano nelle liste d’appoggio a Zaia, figuriamoci un consigliere comunale dell’opposizione. L’irritazione nei confronti di Forza Italia è alle stelle. Due: la Lega non è più il primo partito in città (è 3 punti dietro a Fratelli d’Italia, che ha preso il 17%). Due assessori hanno lasciato per approdare a Venezia. L’avrebbe fatto anche il vicesindaco, se fosse stato eletto. Idem l’assessore alla Trasparenza. Nella maggioranza di Palazzo Barbieri la tensione è altissima e il sindaco pensa a come puntellare il governo cittadino. In Regione, evidentemente, Bozza voterà le proposte della Lega e del centrodestra. A Verona, com’è quasi sempre stato finora, Tosi voterà contro. È inevitabile che tale situazione non potrà trascinarsi a lungo, soprattutto perché l’ex sindaco, il cui unico obiettivo è tornare a fare il sindaco di Verona, con l’avvicinarsi della scadenza del mandato di Sboarina aumenterà sempre di più il livello dello scontro. Sboarina (ma non solo), è chiaro, riferirà a Zaia. E a quel punto la Lega, ma più in generale tutto il centrodestra, potrebbe mettere Bozza (che la tessera di Forza Italia ce l’ha…) di fronte a una scelta: rimanere in maggioranza in Regione, di fatto prendendo le distanze da Tosi, oppure schierarsi con l’opposizione, coerentemente a ciò che succede a Verona da tre anni e che succederà per i prossimi due, o comunque fino a quando si andrà al voto.
Ps. Un consigliere comunale di centrodestra continua a mostrare i fotomontaggi in cui cinque anni fa, durante la campagna elettorale per le regionali, Tosi accusava Zaia di non aver fatto nulla nel quinquennio precedente (“altri 5 anni a braccia conserte”). «Com’è possibile», si lamenta, «che Bozza sia stato candidato con noi?».