I militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Verona, nell’ambito dell’operazione denominata «Wooden Pallets», hanno dato esecuzione ad un’ordinanza, emessa dal GIP presso il Tribunale di Verona, Dott. Luciano Gorra, che dispone la custodia cautelare di cinque persone, due in carcere e tre ai domiciliari, ritenute responsabili di un sodalizio criminale dedito alla commissione, in particolare, di reati tributari, tra cui infedele ed omessa presentazione delle dichiarazioni fiscali, emissione di fatture per operazioni inesistenti e sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte.
La medesima Autorità Giudiziaria ha emesso inoltre un provvedimento di sequestro di beni e disponibilità finanziarie per oltre 40 milioni di euro. Le operazioni, tuttora in corso, eseguite dai Finanzieri della Tenenza di Peschiera del Garda, hanno interessato le province di Verona, Bergamo e Brescia.
A seguito dell’esame delle “s.o.s” (segnalazioni di operazioni sospette), i finanzieri anche in questo caso hanno ritenuto di svolgere ulteriori approfondimenti investigativi attraverso un controllo fiscale nei confronti della società principalmente coinvolta e di avviare indagini di polizia giudiziaria anche attraverso servizi di osservazione e controllo, esame di copiosa documentazione contabile e bancaria, audizione di numerose persone e l’interessamento di oltre cento soggetti economici operanti in tutto il nord Italia.
È stato così possibile ricostruire una fitta rete di società e di rapporti, costituite e amministrate direttamente o a mezzo di “prestanome” complici dei principali indagati, che dal 2015 al 2018, operando nel settore economico del commercio dei bancali in legno, hanno movimentato flussi finanziari in entrata ed uscita dai conti correnti per oltre 90 milioni di euro, con l’obiettivo principale di occultare i ricavi al fisco italiano per non pagare le imposte dovute.
Grazie agli accertamenti bancari, i finanzieri di Peschiera del Garda, guidati dal comandante della tenenza Graziano Smellini, hanno appurato che tutti i conti correnti intestati alla società interessata dalle indagini, venivano di fatto “svuotati” mediante l’esecuzione di bonifici per delle vere e proprie teste di legno riconducibili direttamente o indirettamente ad uno dei principali indagati, sfruttando conti esteri accesi presso istituti di credito in Polonia, Slovenia e Repubblica Slovacca, conti successivamente anch’essi svuotati con prelevamenti di denaro contante, che venivano in parte utilizzati per l’acquisto all’estero di bancali in legno – anche usati – a prezzi concorrenziali, poi rivenduti in Italia eludendo la normativa sugli acquisti intracomunitari.
Sono finiti in carcere due imprenditori, uno della provincia di Brescia ed uno della provincia di Bergamo, mentre tre imprenditori bresciani sono stati invece posti agli arresti domiciliari.
Sono ancora in corso i sequestri, nei confronti degli indagati, di beni mobili ed immobili, nonché disponibilità finanziarie per un ammontare complessivo di circa 40 milioni di euro.
Gli elementi complessivamente raccolti nel corso delle indagini delle Fiamme Gialle veronesi hanno consentito di denunciare ben 20 persone, a vario titolo coinvolte nell’illecito sistema e di documentare, oltre ai descritti reati tributari, anche i reati di trasferimento fraudolento per oltre 38 milioni di euro, riciclaggio per oltre 12 milioni di euro e autoriciclaggio per oltre 26 milioni di euro, oltre a un episodio di usura.