FRIENDS (1994-2004), DISPONIBILE SU NETFLIX e PRIME VIDEO
New York, sei amici, un divano arancione e un’incalcolabile quantità di caffè americano: sono passati quasi trent’anni dall’episodio pilota di FRIENDS, eppure i tormentoni, i personaggi e le scene più iconiche della serie tv comedy americana continuano a passare di generazione in generazione, senza mai perdere il loro posto d’onore nella piattaforma streaming di turno (in questo momento, tutte le stagioni sono disponibili sia su Netflix che su Prime Video).
Sono pochissime le serie tv che possono vantare un successo così longevo, ancora meno quelle che riescono a mantenere per decine di anni un impatto tale sui giovani da convincerli ad appassionarsi alla serie ed indossare capi d’abbigliamento brandizzati. Fateci caso, se ancora non vi è mai capitato: quante volte entrando in un negozio della rete fast fashion ci siamo ritrovati in mano un capo che rimanda al microcosmo di questa serie tv?
Quante volte, facendo zapping, ci siamo ritrovati a riguardare per l’ennesima volta i brillanti scambi di battute tra Ross, Rachel, Monica, Phoebe, Joey e Chandler? In un mondo che è sempre più veloce nell’attaccare l’etichetta “BOOMER” su prodotti, persone e formati che esulano dal “qui ed ora”, c’è qualcosa nella vena comico-sentimentale di FRIENDS che continua a tenere viva la sua linfa ed emozionare persone di tutto il mondo. Che cos’è che ci spinge a guardare e riguardare senza sosta questa serie? Come mai è così speciale?
Prima di tutto, a Friends bisogna riconoscere i meriti avanguardistici: non solo questa serie ha saputo definire le regole fondamentali della sitcom (peraltro valide ancora oggi), ma ha avuto il coraggio di mettere in scena temi, dinamiche e situazioni totalmente rivoluzionarie per quel momento storico (ve lo ricordate il matrimonio tra Carol – l’ex moglie di Ross – e la sua compagna Susan?).
E anche se il suo status di “sitcom cult” è una ragione più che sufficiente per convertire anche i più scettici al bingewatching, c’è un aspetto tematico-sentimentale importante da prendere in considerazione. La recente scomparsa di Matthew Perry ci ha fatto realizzare quanto forte fosse il nostro legame con Chandler Bing: perdere l’attore che lo interpretava ci ha fatto sentire di aver perso un vero amico, quasi come se la distanza tra noi e lo schermo in cui si è sviluppata negli anni la vicenda dei sei amici si fosse accorciata tremendamente o, addirittura, fosse sparita del tutto.
Forse è proprio in questa nostra malinconica nostalgia scaturita dal lutto che risiede il segreto del successo della serie: i legami tra i personaggi, le loro preoccupazioni e le loro storie nel corso delle dieci stagioni sono diventati via via più tangibili, fino a farci sentire parte del loro gruppo. Quante volte ci siamo rivisti nei loro difetti? Quante volte abbiamo gioito dei loro successi? Nella sua imperfezione – perché buchi di trama, rappresentazioni irrealistiche ed errori grossolani non hanno risparmiato neanche uno dei maggiori successi della tv americana – FRIENDS ci permette di abbracciare e prendere spunto dall’umanità di una squadra di antieroi degli anni ’90.
VOTO: 10 e lode
Martina Bazzanella