Maggioranza di centrodestra subito divisa proprio durante la prima seduta del consiglio regionale. E non è una questione di poco conto visto che nelle redazioni dei giornali è arrivato il testo dell’intervento che il gruppo consigliare veneto di Fratelli d’Italia avrebbe voluto tenere in aula a Palazzo Ferro “ma non è stato possibile”.
La prima crepa si è avuta al momento dell’elezione del presidente del consiglio. La maggioranza di centrodestra si è divisa eleggendo Roberto Ciambetti presidente dell’assemblea con 37 voti su 51: glie ne mancano 4, che sarebbe appunto quelli di Fratelli d’Italia.
«L’autonomia, prevista dalla Costituzione e richiesta dalla stragrande maggioranza dei Veneti, è il regionalismo sono la chiave di volta per modernizzare l’intero Paese. L’autonomia incarna il nuovo patto di rinascita tra territorio è Stato». Così Roberto Ciambetti, riconfermato alla guida dell’assemblea regionale veneta, nel suo discorso introduttivo della nuova legislatura regionale. «Non nascondo che l’impegno e lo sforzo del Consiglio, in un momento drammatico come questo, non solo per l’emergenza sanitaria, ma anche per quella economica, – ha aggiunto – determinerà una forte domanda di servizi e assistenza sociale. Ma l’emergenza sanitaria non deve giustificare scelte e svolte. Bisogna guardare al futuro con lungimiranza, bisogna proporre una nuova politica, capace di operare in tempi rapidi».
Tensioni anche per la nomina dei vicepresidenti. E alla fine vengono eletti Nicola Ignazio Finco, 37 anni, vicentino di Bassano del Grappa (Lega), e Francesca Zottis (Pd), 41 anni, veneziana di San Donà di Piave. Sono i nuovi vicepresidenti del Consiglio regionale del Veneto. È questo l’esito della votazione avvenuta nell’aula di Palazzo Ferro-Fini in occasione della seduta di insediamento della XI legislature. Finco, vicepresidente di maggioranza, ha ottenuto 36 voti, Zottis, esponente dell’opposizione, 9 (6 schede bianche).
I motivi sono spiegati nella nota del gruppo di Giorgia Meloni. “ Fratelli d’Italia è il secondo gruppo politico di maggioranza di questo Consiglio Regionale del Veneto, con quasi il 10 per cento dei cittadini veneti che ha scelto, dentro la coalizione, di dare sostegno e fiducia a FDI. Siamo qui con questa consapevolezza, che dobbiamo risposte ai veneti tutti, che dobbiamo dare dignitàme rappresentanza politica ai nostri elettori e dobbiamo rispondere‐ come fatto con chiarezza dalla nostra leader politica Giorgia Meloni – all’impegno a fianco del presidente Zaia. Impegno sottoscritto dai leader nazionali del centro destra in occasione di queste tornate elettorali. Impegno che vede al primo posto il compimento del percorso per una maggiore autonomia per il Veneto. Impegno che si potrà concretizzare, siamo convinti, solo quando al governo della nazione e con una maggioranza parlamentare, ci sarà il centro destra.
E’ nostro stile mantenere la parola data, credere nella coalizione difendendo quando serve anche gli alleati. Il fatto che oggi la Lega decida di escludere FDI da un ruolo politico, dentro questo Consiglio regionale, significa escludere il 10 per cento dei veneti e dimostra, a nostro giudizio, miopia e poca lungimiranza politica. ll nostro compito è quello di ben governare il Veneto e di guardare al governo della nazione, siamo amministratori, siamo leali, concreti e seri nei confronti del presidente Zaia e di quell’oltre 76 per cento dei veneti che ha dato a lui insieme a noi il compito di rappresentarli. Pertanto con coerenza politica, nazionale e regionale, affermiamo la nostra lealtà al presidente Zaia, ma diamo un chiaro segnale di dignità e rispetto nei confronti di FDI e Giorgia Meloni.
Per queste ragioni abbiamo votato scheda bianca per l’elezione dell’ufficio di presidenza. Certo i numeri dicono che c’è autosufficienza e lo sapevamo perfettamente, ma come ben detto dal Presidente si può vincere, non stravincere.