Tosi e Fratelli d’Italia fanno fronte comune contro Salvini? Pare di sì. L’obiettivo è quello di rafforzare ulteriormente Zaia e metterlo ancor più in competizione con il leader leghista, anche se il governatore ha ribadito più volte di non voler sentir parlare di rivalità né di aspirazioni romane. Tosi e gli ex An hanno tutto l’interesse a creare un asse, per quanto nell’ombra. Ovviamente i diretti interessati negano. E però le ragioni di questa operazione sarebbero più che solide. L’ex sindaco, tra due anni o prima – come va dicendo da tempo ai fedelissimi – punta a riprendersi Palazzo Barbieri, dove le carte continua a darle Lorenzo Fontana, quindi Salvini. Tosi, se il centrodestra si presentasse compatto, non avrebbe speranze di essere eletto per la terza volta: lo storico delle elezioni amministrative di Verona parla chiaro. L’ex sindaco può tentare (e sperare) solo una strada: quella della spaccatura tra i leghisti salviniani e veneti, per portare quest’ultimi a fare pressioni su Zaia. Il quale, forse tardivamente, ha ricevuto parole di stima da Tosi. Dovesse rientrare la frattura, ecco che il nemico di ieri (e un po’ anche di oggi) potrebbe diventare strategico per sradicare l’egemonia salviniana.
Le regionali sono alle porte e Fratelli d’Italia, in continua ascesa, punta in alto, di sicuro a un paio di assessorati. Pare probabile che anche in Veneto raggiungerà percentuali lusinghiere. Tosi, per quanto non possa più contare sul bacino elettorale di un tempo – e infatti non presenterà una sua lista per Venezia – starebbe lavorando sottotraccia per portare voti alla Meloni. Con alcuni Fratelli d’Italia è guerra aperta, più per rancori personali che politici. Con altri però i rapporti sono decisamente buoni. Le elezioni politiche, salvo clamorosi scenari al momento non ipotizzabili, non si svolgeranno prima del 2022, data in cui si rinnoverà anche l’assemblea di Palazzo Barbieri. A quel punto la Meloni potrebbe essere talmente forte da contendere la leadership del centrodestra a Salvini. E Tosi potrebbe approfittarne. D’altronde, riavvolgendo il nastro a prima che l’ex sindaco rompesse con la Lega, tra lui e la Meloni sembrava che potesse nascere un ticket di destra: Flavio al Nord e Giorgia al centro-sud. C’erano state riunioni. Era più che un’ipotesi. Ma l’intesa allora naufragò.
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