10 Olimpiadi, 13 medaglie, portabandiera azzurra a Pechino, senza contare i titoli Mondiali e Nazionali. Basterebbero questi numeri per descrivere Francesca Porcellato, atleta paraolimpica non di una disciplina, bensì di tre sport diversi. La Rossa Volante che, alla soglia dei cinquant’anni, ha dimostratodi essere una vincente nello sport, ma soprattutto nella vita, a partire dal giorno “del mio secondo compleanno”, quel 21 marzo, quando un camion la investì a soli 18 mesi.
È stata questa la prima svolta per la tua carriera futura?
“Assolutamente sì! L’intento ero quello di rendermi più autonoma, invece mi hanno proprio regalato la libertà. Finalmente potevo decidere quello che volevo fare, e io ho deciso che la carrozzina volevo farla andare veloce.”
La prima sfida da vincere è stata quella degli stereotipi?
Quando dicevo che volevo fare l’atleta, la gente mi guardava come per dire: “questa qua quando ha avuto l’incidente non ha battuto solo la schiena, ma anche la testa”, sembrava che io non percepissi bene la mia condizione. Invece io sapevo benissimo quali erano i miei limiti e sapevo anche che si potevano abbattere queste barriere. Ho dovuto lottare un sacco perché facevo fatica a far capire il valore dei risultati che stavo ottenendo, difficile era trovare l’attrezzattura adatta e anche una società sportiva.”
Quale l’emozione non solo di partecipare alle Olimpiadi, ma anche di vincerle?
“Tanta tanta roba, non so se ci siano delle parole per spiegare cosa si prova. Quando arriva la convocazione è già una vittoria. Salire sul podio all’Olimpiade è incredibile. Io ho 13 medaglie olimpiche che hanno tutte sapori diversi, perchè sono percorsi differenti, ogni medaglia ha la sua storia particolare. Io dico sempre che sì l’oro è la cosa più bella, ma pesano tutte e tre le medaglie.
Non sei nè veronese nè di Valeggio come ti ha aiutato questo territorio?
“Ormai vivo a Valeggio da diversi anni, principalmente ci sono venuta per amore, ma non solo. Il posto è bellissimo e logisticamente è comodo per gli spostamenti con autostrada e aeroporto vicini. A Valeggio ho trovato un paese che mi ha accolto nel migliore dei modi e che mi vuole bene come io ne voglio a loro, non c’è momento in cui non me lo dimostrino ed è incredibile. I miei risultati sono anche un pezzo di questo territorio perché c’è tutto: impianti, collina, pianura, la pista d’atletica, manca solo la neve, ma non si può avere tutto nella vita (ride).”
Giovanni Miceli