E’ partita la raccolta delle fragole in Veneto, in ritardo di qualche giorno rispetto alla scorsa stagione. Le tante giornate di pioggia hanno, infatti, rallentato la maturazione, anche se la qualità appare buona. La raccolta riguarderà in gran parte la provincia di Verona, nella quale si concentra l’80% degli investimenti.
“Si procede con la raccolta delle precoci Clery, che vengono destinate in Germania, che sono una minima parte delle fragole – spiega Damiano Valerio, azienda a Raldon, referente per il prodotto di Confagricoltura Verona e membro dell’Associazione fragolicoltori della pianura veronese -. Il grosso della raccolta comincerà verso la fine di aprile, quando, con il caldo, i frutti matureranno rapidamente. È allora che avremo bisogno di manodopera, che è da alcuni anni il problema della frutticoltura. Io sono organizzato con la squadra dell’anno scorso, che arriva dall’Est ed è già esperta. Ma non tutti sono a posto e stanno ancora cercando. Speriamo che quest’anno il sistema del click day sia efficiente, riuscendo a rispondere in tempo alle domande delle aziende”.
Secondo i dati di Veneto Agricoltura la superficie investita a fragole nel 2023 ha evidenziato per il Veneto un calo del 11,7%, scendendo da 370 a 330 ettari. A Verona il calo registrato è del 11,2%, con le superfici scese da 300 a 270 ettari. Lo scorso anno la produzione complessiva è stata stimata in circa 8.740 tonnellate di fragole (-12,5% rispetto al 2022).
“Il calo delle superfici colpisce tutte le colture fruttifere, senza distinzioni di sorta – sottolinea Francesca Aldegheri, presidente dei frutticoltori di Confagricoltura Veneto e Verona -. Sicuramente pesano sia l’aumento dei costi di produzione, sia la difficoltà a reperire manodopera. È vero che c’è stata una riduzione del costo del gasolio e dell’energia elettrica, ma non si è più tornati al livello di qualche anno fa, prima che esplodesse il conflitto in Ucraina. Per quanto riguarda la manodopera la raccolta delle fragole, insieme a quella delle ciliegie, è quella che più abbisogna di mani esperte, sia per la delicatezza del frutto, sia perché è un frutto che non si conserva e necessita perciò di tempi rapidi anche per la lavorazione, che avviene non appena viene raccolto. Oltre ai costi per il personale, c’è ogni anno difficoltà a trovare braccianti a sufficienza”.