Nel Veronese la raccolta delle fragole si avvia verso la fine e l’annata si prospetta complessivamente buona. La produzione è stata di buona qualità e i prezzi soddisfacenti.
“All’aperto c’è stato poco prodotto, ma per i frutti in coltura protetta siamo soddisfatti, anche perché non ci sono stati neppure grossi problemi fitosanitari- sottolinea Andrea Lavagnoli, presidente di Cia – Agricoltori Italiani Verona -.
Il mercato ha recepito bene il prodotto scaligero per due motivi: c’è stato meno prodotto dal Sud Italia, a causa delle bizze climatiche, e anche meno prodotto spagnolo. Inoltre l’emergenza Covid ha indotto i consumatori a preferire il prodotto italiano, che è di qualità superiore. Per il futuro dovremo cercare di non perdere questo rapporto preferenziale con la clientela, cercando di migliorare costantemente le performance produttive. Per quanto riguarda i prezzi, il prodotto biologico all’ingrosso viene pagato dal 30 al 40 per cento in più rispetto al prodotto convenzionale, che rimane ancora il più conveniente per l’agricoltore in quanto la produzione arriva a 250 quintali per ettaro contro i 130-150 del bio.