10 febbraio 1525 è la data di un anniversario importante per la cultura e l’arte veronese. Ma Verona tace con un silenzio assordante, dimenticandosi di un suo figlio illustre. Il 10 febbraio 1525, esattamente 500 anni fa, moriva a Verona Fra Giovanni da Verona, un olivetano intarsiatore, miniatore e scultore attivo tra la fine del Quattrocento e l’inizio del Cinquecento, ricordato in modo particolare per i suoi intarsi e le sue prospettive. Tutti lo ricordano per le tarsie del coro e della sacrestia di Santa Maria in Organo. Fra Giovanni nacque a Verona intorno al 1457, figlio di un certo Marco de Tachis di Verona, fu avviato da giovane alla vita monastica benedettina e precisamente in quella con la regola Olivetana, dove vigeva il motto “ora et labora”. Scarne notizie lo riguardano, ma nel 1476 lo troviamo nell’abbazia di Monte Oliveto maggiore, vicino a Siena, dove era già un qualificato scultore. Tra il 1481 e il 1487 lo troviamo in Umbria, poi a Roma e successivamente a Verona, e nel 1500 in occasione del giubileo è nuovamente a Roma. Tra il 1494 e il 1499 a Verona realizza le magnifiche spalliere intarsiate – raffiguranti vedute di città ideali e di chiese rinascimentali, immagini di santi, armadi con oggetti di varia natura. In convento a Santa Maria in Organo, fu capo di una bottega alla quale parteciparono, suo nipote Gregorio, Francesco Begano, e altri valenti monaci olivetani (Fra Raffaele Maroni da Brescia, Fra Matteo di Trento, Fra Vincenzo dalle Vacche da Verona). Tra il 1503 e il 1506 realizza gli stalli per Monte Oliveto, parte dei quali furono collocati nel duomo di Siena. Poi nuovamente a Roma dove realizzò in Vaticano gli scranni e le tarsie per la “Stanza delle Segnatura”. E infine a Lodi realizzò il coro ligneo della cattedrale. Nel 1519 ritorna a Verona e realizza la spalliera degli armadi della parete destra della sacrestia si Santa Maria in Organo. Nei dieci scomparti crea delle tarsie dove si possono ammirare paesaggi, scorci di città, libri, animali e gli oggetti della Passione di Gesù. Giorgio Vasari, riferendosi alla sacrestia di Santa Maria in Organo afferma che “fra’ Giovanni da Verona, che fece quell’opera, fu eccellentissimo in quell’arte”. Per fra Giovanni da Verona era doveroso celebrare l’anniversario dalla sua morte con almeno una mostra o qualche incontro o convegno. Le istituzioni artistiche e amministrative non ci hanno pensato, lasciando in un ingiusto oblio questo grande veronese. Solo l’associazione “Rivela” qualche anno fa aveva ricordato il frate con una mostra. In questi giorni abbiamo visto che solo l’associazione “Quinta parete” che con suo post ha ricordato l’artista e ha promesso di rendere il doveroso omaggio a fra Giovanni. Mauro Bonato