Verona, come altre città, vuole investire nel verde e nella forestazione urbana per migliorare la vita dei cittadini. Come Padova, che ha da poco realizzato il progetto “10.000 alberi in città”, la città scaligera punta a una pianificazione a lungo termine che traccerà un solco netto, rispetto al passato, in termini di aree green e qualità dell’aria. Lo hanno anticipato oggi Federico Benini, assessore alle Strade e giardini del Comune di Verona e Tommaso Ferrari, assessore comunale all’Ambiente e alla transizione ecologica, nel convegno “La salute e il verde – il verde e la salute” promosso da Confagricoltura e Assoverde, che si è svolto oggi all’Hotel Leon d’Oro a Verona. Il tema era il “Libro bianco del verde”, un progetto nato due anni fa dalla volontà di promuovere un cambiamento nei modi di intendere e intervenire nel settore del verde, attraverso un confronto con le amministrazioni pubbliche delle città italiane. Un dibattito sui temi della corretta pianificazione, progettazione, gestione, manutenzione e cura di parchi, piazze e giardini, nonché sugli scenari della smart city integrata nei processi ecosistemici. L’incontro, organizzato in collaborazione con il Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria (Crea), l’Istituto Superiore di Sanità e gli ordini professionali del settore, ha visto la partecipazione di esperti, docenti di rilevanza nazionale e ricercatori. «Il verde non può essere considerato solo un costo, ma un cambiamento culturale a beneficio di tutta la comunità – ha scandito Rosi Sgaravatti, presidente nazionale di Assoverde – . Un investimento che va accompagnato dalla tecnologia, dalla ricerca e dalla professionalità degli operatori. Non ci si può improvvisare con le piante, né si possono fare bandi imprecisi. Oggi abbiamo tutti gli strumenti e gli indicatori per sapere dove e come piantare gli alberi in città, quante polveri sottili trattengono, quali caratteristiche si adattano di più in un’area rispetto a un’altra». Un concetto ribadito da Paolo Ferrarese, vicepresidente di Confagricoltura Veneto: “I parchi nelle città sono miniere di ossigeno e benessere – ha detto – a patto che siano piantumati con le dovute attenzioni e manutenzione. I parchi con alberi mal curati e trascurati non solo non sono di beneficio per i cittadini, ma diventano presto luoghi abbandonati e rifugio di pessime frequentazioni”. Infine Massimo Chiarelli, direttore di Confagricoltura Veneto: “Il comparto florovivaistico rappresenta in Italia 30.000 imprese e 100.000 addetti, di cui 1.500 aziende nella nostra regione. Possiamo, perciò, mettere a disposizione competenze e professionalità per la progettazione del verde negli spazi pubblici cittadini, migliorando la sostenibilità e la vivibilità delle aree urbane con una riqualificazione di altissima qualità, garantendone la cura e la manutenzione”. All’incontro erano presenti anche gli assessori comunali Federico Benini e Tommaso Ferrari. “Il verde- ha detto quest’ultimo- diventerà sempre di più un luogo dove si sviluppano know how, professionalità, impresa e sviluppo, perché, come ci dimostrano i progetti di altre città riguardanti la forestazione urbana, la pianificazione vede entrare in gioco la ricerca, l’università e il mondo del lavoro”.