Saranno “comunicazioni fiduciarie” quindi con intervento del Primo ministro, discussione e voto nominale su risoluzioni di fiducia, quelle che terrà Draghi alla Camera e al Senato mercoledì.
Lo ha chiarito il presidente della Camera Roberto Fico alla conferenza dei capigruppo.
Ad una domanda sul tipo di comunicazioni da parte del Presidente del Consiglio, Fico ha chiarito che a fronte di un rinvio alle Camere da parte del Presidente della Repubblica, sono previste “comunicazioni fiduciarie”. Quindi dopo l’intervento di Draghi vi sarà la discussione generale, la presentazione di risoluzioni e il voto con chiama uninominale. Per quanto riguarda il fatto se debba votare prima il Senato o la Camera, il meccanismo cosiddetto della “culla” imporrebbe che sia prima l’Assemblea di palazzo Madama a esprimersi. Tuttavia il centrosinistra ha fatto presente che è stato a Montecitorio, con il non voto di M5s sul voto finale al decreto Aiuti, che si è aperta politicamente la crisi, ed ha chiesto quindi che sia Montecitorio ad esprimersi per prima. Questione che verrà risolta dai Presidenti Fico e Casellati.
Intanto, netta la presa di posizione di Fratelli d’Italia. “Appelli, ripensamenti, suppliche e giravolte: per paura di esser sconfitta, la sinistra è disposta a tutto pur di scongiurare il ritorno al voto. Possono fuggire quanto vogliono, arriverà presto il giorno in cui dovranno fare i conti col giudizio degli italiani”. Così su Facebook la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni. Concorde il vicesegretario della Lega, il veronese Lorenzo Fontana.
“Basta con l’indegno teatrino di 5Stelle e PD che, come spiegato giovedì dal Presidente Mario Draghi, ha fatto venir meno ‘il patto di fiducia’ su cui era nato questo governo. Il Parlamento è ormai completamente delegittimato: basarsi su transfughi e maggioranze ballerine non garantisce stabilità ed è in contrasto con quanto desiderato esplicitamente dal premier che non vuole cambiare in corsa le forze che lo sostengono. A questo punto, diamo agli italiani la possibilità di scegliere un nuovo Parlamento che finalmente, e per cinque anni, si occupi di lavoro, sicurezza e salute degli Italiani, altro che droga libera, Ius Soli o Ddl Zan”.
Ma gli appelli si susseguono: dopo gli appelli di sindaci e imprenditori, arriva anche quello dei rettori affinché il presidente del Consiglio Mario Draghi resti alla guida del governo. ‘Caro presidente Draghi, l’università ha bisogno di lei. Per questo vogliamo farle avere un rinnovato messaggio di stima’, scrive in una lettera al Corriere della Sera il presidente della Conferenza dei rettori delle università italiane Ferruccio Resta.