Lorenzo Fontana è il nuovo ministro degli Affari Europei. Matteo Salvini aveva da tempo in mente il nome del suo vice, ed ormai ex titolare del dicastero della Famiglia, per colmare la casella lasciata vuota da Paolo Savona, da fine marzo diventato presidente della Consob. L’iter che ha portato all’inizio del suo nuovo incarico (alla Famiglia è subentrata la leghista Alessandra Locatelli) ha però subito un’accelerata dopo le nomine dei vertici a Bruxelles, dove la Lega è rimasta finora a bocca asciutta. Ecco che per il mini-rimpasto di governo Salvini ha scelto il suo uomo di fiducia per rapportarsi con l’Europa. Fontana è stato lo stratega della svolta nazionalista del Carroccio. Vanta una lunga esperienza da europarlamentare nonostante la giovane età. È un uomo macchina. È l’uomo della nuova Lega che tesse rapporti coi sovranisti europei, a cominciare da Marine Le Pen, la quale è stata presentata a Salvini proprio da Fontana, unico politico italiano presente alla Trump Tower durante la notte che ha portato all’elezione del presidente americano. L’ok di Fontana all’accettazione del nuovo incarico è stato anche influenzato dalla sfera affettiva dal momento che la sua famiglia vive principalmente a Bruxelles. «Fontana ha svolto molto bene fin qui il suo mandato portando all’attenzione i temi del sociale, come la natalità e molti altri» ha commentato il governatore del Veneto Luca Zaia. «È stata fatta un’ottima scelta. A Fontana auguro di cuore buon lavoro in un ministero chiave per il futuro dei rapporti con gli italiani con l’Unione Europea». Fontana è stato da poco nominato anche segretario della Liga Veneta, e dunque sarà lui a dare le carte in vista delle candidature alle elezioni regionali dell’anno prossimo. A Verona invece, nella fattispecie a Palazzo Barbieri, le carte le distribuisce già da un paio d’anni.