Sono circa 600 le aziende venete ancora in attesa dei ristori dei danni derivati dal maltempo registrato nel 2023: il fondo Agricat non ha ancora rimborsato le perdite sostenute dagli imprenditori agricoli per le calamità atmosferiche subite lo scorso anno.
Fondo Agricat: quando arrivano i rimborsi?
Non sono ancora arrivati i ristori dal maltempo (e per molti sono stati negati) previsti dal Fondo Agricat: le imprese agricole non riescono ad accedere al sito web.
“Imprese che hanno perso fino all’80% del raccolto – precisa Carlo Salvan presidente di Coldiretti Veneto – e che in questi giorni stanno ricevendo la posta certificata di diniego con l’invito ad accedere al sito web tra l’altro bloccato. Tutto questo non è accettabile – denuncia Salvan – le istanze sono state presentate da quelle aziende che i danni li hanno avuti ed Agricat è stato pensato per dare sostegno alle imprese che hanno subito perdite a causa di eventi catastrofali, peraltro finanziato in gran parte con fondi Pac quindi con risorse spettanti agli agricoltori.
Si tratta per la maggior parte di aziende ad indirizzo frutticolo – ricorda il presidente – un settore già provato dai cambiamenti climatici, dal moltiplicarsi di avversità meteorologiche come siccità, gelate, alluvioni, situazioni critiche a cui si aggiungono gli effetti devastanti di patogeni come la cimice asiatica che non ha risparmiato alcuna coltivazione.
Il comparto frutticolo veneto è sempre stato un fiore all’occhiello per il nostro patrimonio agroalimentare, ma da anni ormai sta perdendo terreno perchè gravemente appesantito dall’instabilità del mercato, dai problemi climatici, da quelli fitosanitari e dalle importazioni sleali. Ricevere anche il diniego ad indennizzi che riteniamo giusti per queste aziende che hanno veramente subito danni gravi, è demotivante e inaccettabile.
Interesseremo direttamente l’Assessore all’agricoltura Federico Caner nel suo ruolo di coordinatore della Conferenza delle Regioni – conclude Salvan – per chiedere il riesame ma soprattutto perchè venga fatta quanto prima chiarezza a livello centrale a quella che, a nostro avviso, non può che essere un’anomalia che va risolta nel più breve tempo possibile”.